In questo momento di corsa frenetica all’evoluzione dell’elettrico puro sembra che tutti gli sforzi dei costruttori siano concentrati sul miglioramento delle batterie. Esiste però un’alternativa su cui alcuni di loro hanno già dichiarato di puntare molto per il futuro ed è quella dell’idrogeno, o per meglio dire delle Fuel Cell.
Come funzionano
Le fuel celle, o celle di combustibile, rappresentano la soluzione più efficace per impiegare l’idrogeno in autotrazione. Qualcuno, come BMW oltre 10 ann ifa, aveva sperimentato il suo utilizzo direttamente come carburante, realizzando alcune vetture su base Serie 7 capaci di funzionare sia a benzina sia a idrogeno,ma con un rendimento decisamente scarso.
La tecnologia delle Fuel Cell prevede invece di utilizzare l’idrogeno per generare energia elettrica direttamente a bordo. Un po’ come accade alle elettriche “Range Extended” che fanno la stessa cosa con un motore a scoppio. La differenza è che l’idrogeno, in questo processo di conversione, non produce sostanze inquinanti.
Nelle Fuel Cell infatti l’idrogeno contenuto in uno o più serbatoi viene fatto passare in delle specifiche celle e combinato con l’aria. Questo processo genere energia elettrica e calore, dando come unica sostanza “di scarto” del semplice vapore acqueo. Dunque, a livello di emisisoni “locali”, ossia generate direttamente dell’auto, una vettura Fuel Cell è totalmente “green” al pari di un’elettrica pura.
L'energia viene utilizzata in massima parte per alimentare direttamente il motore elettrico e solo marginalmente accuulata in una batteria di bordo che serve a fornire energia aggiuntiva in accelerazione e ovviamente immagazzinare quella che si recupera con la frenata rigenerativa. Si tratta però di una batteria di dimensioni e potenza contenute, paragonabile a quelle dei modelli ibridi tradizionali.
Pregi principali
Il primo vantaggio delle Fuel Cell è che rispetto alle elettriche hanno un’autonomia potenzialmente maggiore perché l’energia ricavata dall’idrogeno stoccato a bordo è superiore a quella che ad oggi si riesce a immagazzinare nelle batterie delle elettriche pure (almeno su veicoli di taglia equivalente) e il rifornimento è rapido quanto quello di una tradizionale vettura con motore a scoppio perché per riempire i serbatoi non occorrono più di 5 minuti.
In seconda battuta, l’idrogeno è una fonte rinnovabile e tendenzialmente pulita, che è possibile ricavare anche con procedimenti a bassissimo impatto ambientale.
Principali limiti
Parlando dei veicoli, le Fuel Cell hanno due principali controindicazioni, iniziando da un peso che si può paragonare a quello delle elettriche pure o delle ibride plug-in: se la batteria infatti è relativamente piccola e poco ingombrante al pari della meccanica, non si può dire lo stesso dei serbatoi di idrogeno che devono garantire elevati requisiti di qualità e robustezza e sono realizzati con strutture multistrato rinforzate con carbonio. L’idrogeno è immagazzinato ad una pressione di 700 bar e protetto da urti e collisioni da specifiche strutture.
Il secondo problema relativo all'idrogeno è che al momento… non c’è. La tecnologia, sebbene studiata e sperimentata da anni, sta iniziando soltanto oggi ad arrivare sulle strade, con modelli come Honda FCX Clarity (la prima ad avviare la sperimentazione presso il pubblico sul mercato nordamericano), Toyota Mirai e la nuovissima Hyundai Nexo.
Queste ultime due sono al momento le uniche potenzialmente disponibili anche in Italia: potenzialmente in quanto ad oggi non sono commercializzate direttamente ma proposte con progetti sperimentali di noleggio a causa della mancanza di una rete di distribuzione dell’idrogeno. Al momento, infatti, le uniche stazioni sono quella di Bolzano, la prima realizzata sul territorio italiano, e una seconda in fase di costruzione nei dintorni di Milano. Tuttavia, esiste un piano che prevede la realizzazione di ben 65 stazioni entro il 2025. Non molte ma un inizio.
Oltre che poco disponibile, l’idrogeno oggi è ancora relativamente costoso: un kg costa infatti poco meno di 15 euro, il che significa che un pieno sui modelli citati costa intorno ai 70 euro, a fronte di un’autonomia che va dai 500 km dichiarati dalla Mirai ai 660 km circa della Nexo.