I timori e le incertezze legate al Coronavirus non placano la strategia di Pechino nel campo delle batterie. La cinese CATL, prima azienda al mondo nella produzione di accumulatori per le auto elettriche, ha infatti annunciato ieri che stanzierà altri 3,7 miliardi di dollari per espandersi ancora, fino a quadruplicare la produzione di celle agli ioni di litio.
Il gigante del Fujian ha deciso di avviare questo ambizioso piano di espansione dopo aver firmato anche un accordo con Tesla: CATL, infatti, fornirà batterie pure alla Casa di Palo Alto.
Fornitore globale
Nel 2019 la CATL ha consegnato batterie agli ioni di litio riservate all’automotive per un equivalente di 32,5 gigawatt-ora. L’azienda ha una quota di mercato pari al 28%, almeno stando ai dati raccolti dall’SNE, un istituto di ricerca con sede nella Corea del Sud.
Al giorno d’oggi CATL fornisce le batterie a Case come Volvo, Volkswagen, Honda e Toyota. Per farlo sfrutta due enormi siti produttivi situati nelle province di Jiangsu e Fujian, che arriveranno presto a produrre 24 e 16 gigawatt-ora all’anno. Oltre a questi, nel 2019 ha inaugurato un terzo stabilimento nella provincia di Sichuan con una capacità di 12 gigawatt-ora all’anno.
La concorrenza di Panasonic
Con il piano d’espansione CATL punta a realizzare altri siti produttivi anche fuori dalla Cina. Si sa che dal 2022 avvierà la produzione in Germania, dove potrà arrivare a produrre 14 gigawatt-ora ogni anno una volta a pieno regime. A fronte di numeri enormi, però, CATL rappresenta ancora uno dei maggiori colli di bottiglia della produzione mondiale di auto elettriche. Audi, Hyundai, Kia, Jaguar e Mercedes hanno dovuto rallentare la produzione dei propri veicoli a zero emissioni proprio per la difficoltà di reperimento delle batterie.
CATL dovrà comunque fare i conti con una concorrenza agguerritissima. Panasonic (azienda da sempre legata a Tesla), è riuscita a firmare un accordo con Toyota per la creazione di una joint-venture con la Casa nipponica proprio per la produzione di batterie: un bel cliente in meno per CATL. E sullo sfondo c'è anche il piano europeo per non farsi schiacciare dal dominio asiatico sulle batterie.
Il ruolo di Tesla
Ma in un mercato in continua evoluzione – oltre che espansione – CATL ha visto aprirsi un’ottima opportunità di crescita. Tesla, infatti, sta avviando una politica di approvvigionamento delle batterie che si ramificherà su diversi canali. Oltre a Panasonic, Elon Musk sfrutterà la produzione interna, che sarà avviata attraverso il progetto "top-secret" Roadrunner, e punta a rivolgersi anche ad altri fornitori esterni. Il motivo è semplice, non restare troppo dipendente dalle sorti di una sola azienda e poter reagire in fretta di fronte ai cambiamenti.
Obiettivo: batterie senza cobalto
Secondo l’accordo con la Casa californiana, CATL dovrebbe consegnare a Musk un tipo di batteria che non contiene cobalto. Si tratterebbe di una batteria agli ioni di litio dai costi di produzione ridotti. Il cobalto, infatti, è una delle materie più costose utilizzate nelle batterie. Oggi ha un costo che si aggira intorno ai 30.000 euro a tonnellata e la richiesta di questa materia nei prossimi dieci anni, dovrebbe arrivare a 430.000 tonnellate.
Oltre ad essere costoso, il cobalto è anche difficile da reperire: l’industria estrattiva dovrebbe aumentare di una volta e mezzo la capacità odierna per rispondere alle crescenti esigenze del mercato.