Tralasciando quello che sarà l'inevitabile tracollo del mercato auto nel breve termine, conseguenza senza appello del Coronavirus, i dati degli ultimi mesi hanno indicato un trend evidente: l'elettrificazione della mobilità intriga sempre più italiani.

Un interesse certificato dal Global Automotive Consumer Study 2020 pubblicato oggi da Deloitte, secondo cui i dati raccolti nella Penisola indicano un crescente interesse per le auto elettriche e ibride. Si tratta del terzo anno consecutivo con questo andamento e l'auspicio è che l’impatto del Covid-19 sull’economia non interrompa quanto fatto finora per la mobilità sostenibile. Ma vediamo meglio i numeri di Deloitte.

Piacciono a 7 su 10

Il report riporta in particolare che la preferenza dei consumatori per i motori ibridi/elettrici è salita fino al 71%, in deciso aumento rispetto al 58% registrato nel 2019. Tuttavia, evidenzia la società di consulenza, “per assistere a una definitiva affermazione delle auto elettriche sul mercato” i costruttori “dovranno alleviare i timori dei consumatori sull’affidabilità e sulla durata delle batterie”. E, aggiungiamo noi, un ostacolo importante resta quello del prezzo d'attacco, anche se qualcosa in questo senso sta iniziando a cambiare con l'arrivo di tante nuove citycar a batteria.

Ancora, secondo lo studio, il 57% degli italiani si aspetta un’autonomia di circa 500 km, benché mediamente percorrano circa 43 km al giorno. Quasi un italiano su due, inoltre, sarebbe disposto ad attendere 30 minuti per una ricarica completa dell’auto, mentre solo il 10% non sarebbe addirittura disposto ad andare oltre i 10 minuti.

Il nodo colonnine

Anche la diffusione delle infrastrutture per Deloitte rimane un nodo che scoraggia i potenziali acquirenti delle EV, secondo i quali la creazione di una rete di ricarica adeguata spetterebbe innanzitutto alle società elettriche (39%), seguite da enti pubblici (30%) e dalle case auto (19%).

“Nel nostro Paese continua a crescere la preferenza nei confronti della mobilità ibrida/elettrica, a discapito dei carburanti tradizionali che perdono sempre più terreno”, commenta Giorgio Barbieri, partner Deloitte e responsabile italiano per il settore automotive, rilevando che “alla base di questo trend vi è anzitutto la consapevolezza di poter contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale, prima ancora delle tematiche economiche legate ai risparmi di costo e ai vantaggi fiscali”.

Barbieri nota quindi che “gli OEM devono dimostrarsi in grado di intercettare questa nuova sensibilità del mercato”, e “sarà cruciale che player privati ed istituzioni pubbliche riflettano su una partnership strategica finalizzata al potenziamento delle infrastrutture di ricarica”. Il tutto, naturalmente, al netto delle conseguenze del Covid-19.