Spesso sono le idee apparentemente più semplici che finiscono per trasformarsi in progetti di grande interesse. Potrebbe essere questo il caso di quattro studenti britannici, che al problema del particolato sprigionato dagli pneumatici delle auto hanno risposto con la classica spensieratezza del giovane inventore: “Cosa ci facciamo? Lo raccogliamo”.

E così ecco nascere la The Tyre Collective, startup appena insignita Oltremanica del premio James Dyson Award per l’innovazione. Ma vediamo in cosa consiste questa invenzione, che consentirebbe alle auto elettriche di azzerare anche le polveri indipendenti dal tipo di powertrain. 

Un problema reale

Il particolato derivante dall’usura degli pneumatici resta infatti un nodo troppo sottovalutato vista l’incidenza sulla qualità dell’aria.

“Tutti si concentrano sull’inquinamento che esce dagli scarichi”, sottolinea alla Reuters Hugo Richardson, uno dei 4 fondatori di The Tyre Collective, “ma non c'è una percezione chiara di quanto anche le gomme contribuiscano al problema della qualità dell'aria, perché si parla di particelle microscopiche che non hanno un impatto visivo come lo smog”.

Stando ai dati dell’International Journal of Environmental Research and Public Health, solo in Europa ogni anno l’usura degli pneumatici provoca l’immissione in atmosfera di 500.000 tonnellate di particolato di gomma (e sappiamo quanto l'Ue si stia impegnando per l'ambiente). Un valore che rende chiara l’importanza dell’intuizione degli studenti che hanno dato vita a The Tyre Collective.

Come funziona

La soluzione escogitata dai 4 studenti è all'apparenza molto semplice. Si tratta infatti di un dispositivo saldamente agganciato allo pneumatico che sfrutta le forze elettrostatiche e l’aerodinamica della ruota che gira per raccogliere tutto il particolato che viene liberato.

Il primo prototipo si è dimostrato in grado di incamerare il 60% del particolato sollevato dalla ruota, che per la sua dimensione estremamente ridotta rappresenta un pericolo concreto per la salute umana. Per la respirazione, ma anche perché le microplastiche andando a contatto con le acque finiscono per risalire la catena alimentare, arrivando anche in tavola.

Fotogallery: L’invenzione geniale contro il particolato sprigionato dai pneumatici