A livello globale si può dire che con l'affermarsi della mobilità elettrica (ma anche delle fonti rinnovabili) "vincerà" chi riuscirà ad accaparrarsi le materie prime per produrre le batterie ai prezzi più convenienti. La Cina, da questo punto di vista, si è mossa in anticipo rispetto a tutti e ora gode di un evidente vantaggio competitivo.

Ma Europa e Stati Uniti non possono stare a guardare. E così, Ue prima e Usa poi, stanno mettendo in piedi iniziative di spessore e grandi investimenti per colmare il gap, in quello che sarà uno degli scacchieri geopolitici più importanti del prossimo decennio.

Non solo cobalto

Guardando al settore delle auto elettriche, la Cina produce circa i due terzi di tutte le celle agli ioni di litio che ogni anno vengono realizzate nel mondo.

Questo forte anche degli accordi strategici con la Repubblica Democratica del Congo, di gran lunga il principale produttore di cobalto della Terra. Dalle miniere dello stato africano sono arrivate, nel 2019, 100.000 tonnellate di cobalto delle 140.000 prodotte in totale nel mondo.

Glencore miniera cobalto

Ma la Cina produce anche il 60% della grafite, utilizzata sempre per le batterie, e addirittura il 95% del gallio, metallo necessario anche per la realizzazione dei semiconduttori adottati per telefoni cellulari, lampadine a Led o antenne 5G.

L'emergenza di Trump

Per tutti questi motivi, poco prima di dichiararsi positivo al Covid-19, il presidente americano Donald Trump ha definito l’approvvigionamento di metalli preziosi un’emergenza nazionale per gli Stati Uniti.

Nello specifico, Trump ha spiegato che gli Usa non sono autosufficienti nell’estrazione di 14 materie prime considerate strategiche per il processo di transizione energetica e che la dipendenza dalla Cina rappresenta un ostacolo da superare a tutti i costi.

Trump ha anche ricordato come negli Anni ’80 gli States fossero il primo produttore al mondo di quelle materie prime, mentre ora, a causa delle politiche aggressive di Paesi stranieri (di nuovo, Cina in testa), deve acquistare dall’estero addirittura l’80% del fabbisogno nazionale di terre rare. Ecco allora che il Presidente degli Stati Uniti ha definito una serie di azioni per mettere fine a questo predominio, rispondendo anche alle ultime importanti mosse europee.

Trump

Contrattacco Usa

Quattro le prime contromisure messe a punto dalla Casa Bianca:

  • Un rapporto per definire nuovi dazi - Trump ha ordinato ai Segretari di stato agli Interni, Tesoro, Difesa e Commercio di stilare un’analisi sui comportamenti tenuti dai paesi stranieri in tema di terre rare e di definire eventuali contromisure fiscali in difesa degli Stati Uniti.
  • Un rapporto semestrale per contromisure aggiuntive -Trump ha anche dato mandato al Segretario di Stato di riferire una sintesi sulla situazione degli approvvigionamenti e di suggerire eventuali contromisure a sostegno della bilancia commerciale americana per eliminare possibili minacce.
  • La difesa delle importazioni - Trump ha chiesto ai principali organi competenti di sostenere con decisione l’espansione degli approvvigionamenti interni di terre rare in modo da diminuire la dipendenza dall’estero degli Stati Uniti
  • Il sostegno della produzione interna - Trump ha infine proposto di valutare se attraverso una legge del 2012 non sia possibile installare siti produttivi negli Stati Uniti per la produzione e la lavorazione dei metalli utilizzati per la produzione di batterie.

Europa in prima fila

In tutto questo aggrovigliarsi di strategie un ruolo chiave è quello dell'Europa, che con il piano per le materie prime critiche ha costretto a muoversi anche Trump, dando vita a una sorta di gigantesco stallo alla messicana.

Ursula von der Leyen

L’Ue, per difendere la propria industria e puntare a una maggiore indipendenza nell’approvvigionamento dei preziosi metalli, ha creato infatti la ERMA (European Raw Materials Alliance), annunciata a inizio settembre e che prende ora definitivamente forma. Nello specifico, questi sono gli obiettivi che si pone:

  • Spingere l’innovazione sostenibile attraverso la creazione di infrastrutture e processi rispettosi dell’ambiente
  • Sostenere lo sviluppo di un’economia circolare nel campo della mobilità elettrica, delle tecnologie pulite, dell’idrogeno e delle fonti rinnovabili
  • Supportare l’industria mineraria europea con particolare attenzione all’estrazione di metalli preziosi e terre rare e favorire processi virtuosi in termini di produzione e riutilizzo 
  • Promuovere l’innovazione e gli investimenti strategici nel campo della produzione industriale in specifiche catene di valore.
500e la prima

E l'Italia?

Sono già 12 le realtà italiane che si sono unite all'ERMA, iniziativa che si lega a doppio filo alla EBA (European Battery Alliace) declinata anche in versione nazionale attraverso la Italian Battery Alliace

Ecco l'elenco delle aziende italiane che sono già entrate nell'ERMA:

  • Veneta Mineraria
  • Consorzio Spring
  • Endurance Overseas
  • Fib
  • B&C Speakers
  • FCA
  • Anie
  • M3 Net
  • Erion
  • Glob Eco
  • Relight
  • Veneto Green Cluster