Parola d’ordine decarbonizzazione. Ovvero riduzione delle emissioni di carbonio altamente inquinante nell’atmosfera. Per farcela, l’Ue deve accelerare sulla transizione energetica e arrivare ad aumentare di 50 volte il numero di auto elettriche entro il 2030.
Questo, almeno, il risultato di uno studio di Eurelectric, l’associazione di settore dell’industria elettrica europea, che ha stimato che sarà necessario un investimento di 80 miliardi di euro per le colonnine (20 miliardi per quelle pubbliche e 60 per quelle private), più altri 25 per consentire alle reti di distribuzione di energia di supportare il lancio dell’infrastruttura di ricarica.
Problema ricarica
Quando si parla di auto elettriche, infatti, la nota dolente è sempre l'autonomia della batteria. Attualmente i punti di ricarica pubblica in Europa sono pochissimi: circa 213.000, di cui solo il 14% rapidi. Il progetto è quello di aumentarli di 13 volte e portarli a circa 3 milioni entro il 2030.
Oltre a questo, la strategia comunitaria deve agire anche per rafforzare l’infrastruttura e stimolare la creazione di un mercato di veicoli elettrici di seconda mano. Senza dimenticare, chiaramente, le auto nuove. Da questo punto di vista, saranno le flotte a dettare il ritmo del cambiamento.
Partire da flotte e trasporto pubblico
Se l’Europa vuole rispettare la tabella di marcia della decarbonizzazione che punta ad abbattere le emissioni di C02 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, infatti, in un decennio dovrà vedere circolare sulle proprie strade circa 30 milioni di nuovi veicoli a emissioni zero.
Per raggiungere l’ambizioso obiettivo di crescita si dovrà partire dalle flotte. Tra auto aziendali, corrieri e mezzi pubblici in Europa circolano 63 milioni di veicoli (di cui solo 420.000 elettrici). Per quanto rappresentino solo il 20% dell’intero parco circolante, infatti, percorrono il 40% dei chilometri totali e sono responsabili del 50% delle emissioni di CO2 imputabili al settore dei trasporti.

I benefici per i privati
“L'elettrificazione delle flotte automobilistiche può essere un vero punto di svolta – ha dichiarato Kristian Ruby, segretario generale di Eurelectric – perché porta con sé una riduzione tangibile del total cost of ownership”. In più, contribuendo alla riduzione delle emissioni nell’aria, porta benefici per tutti i cittadini.
L’elettrificazione delle flotte e dei mezzi pubblici sarà anche più semplice per via del fatto che spesso vengono percorsi sempre gli stessi tragitti, che renderanno più facile capire dove piazzare le colonnine di ricarica. Queste, a loro volta, agevoleranno i privati nel passaggio ad un’auto a zero emissioni.
Leggi favorevoli
Per stimolare l’elettrificazione delle varie flotte, i singoli governi interverranno con norme e regolamenti sempre più rigorosi, abbinati a schemi di tassazione vantaggiosi. Al livello centrale, l’Unione europea imporrà alle case automobilistiche requisiti obbligatori per la vendita di veicoli a emissioni zero, favorendo il passaggio alla mobilità pulita.

A livello locale, oltre 300 città hanno già introdotto zone a basse e a zero emissioni, spingendo le società di consegna dell'ultimo miglio e di logistica a elettrificare per non imbattersi in sanzioni.
Ecologico è economico
Proprio flotte dei vari corrieri sono il principale candidato all'elettrificazione. Innanzitutto, per via degli incentivi pubblici e degli sconti applicati alle vendite all'ingrosso che aumentano l'attrattiva degli acquisti. In secondo luogo, perché la prevedibilità del percorso, caratteristica operativa dei veicoli elettrici, accelererà il dispiegamento delle infrastrutture di ricarica nei luoghi chiave.
C’è poi da considerare che il costo delle batterie è in costante calo al livello globale. Dagli oltre 1.100 dollari/kWh nel 2010, si è scesi a una media di 137 dollari/kWh nel 2020 e si prevede che scenderà a circa 100 dollari/kWh entro il 2023. Una tendenza che permetterà alle case automobilistiche di produrre e vendere i veicoli elettrici su larga scala e a prezzi molto competitivi.