Ancora una volta l’Europa si fa promotrice della transizione energetica attraverso una nuova iniziativa legata alla European Battery Alliance. Lo fa, stavolta, stanziando 2,9 miliardi di euro a favore della ricerca nel campo degli accumulatori. A beneficiarne saranno tante aziende che operano nel Vecchio Continente.

Tra i nomi spiccano quelli di BMW, Stellantis e Tesla (che vi partecipa grazie alla presenza della sua Gigafactory in Germania). Ma ci sono anche Enel X, Solvay, FPT Industrial, FIAMM, solo per citare alcune delle aziende italiane coinvolte.

Scendendo più nel dettaglio, la Commissione Europea ha approvato il progetto denominato European Battery Innovation, che rientra nella categoria degli IPCEI (importanti progetti di comune interesse europeo) e che si concentra proprio sul dare sostegno della ricerca e dell’innovazione da parte di quelle aziende che si concentreranno sullo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito delle batterie.

4 aree di intervento

Elaborato e notificato congiuntamente da Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia, questo IPCEI vedrà i 12 Stati membri erogare finanziamenti fino a 2,9 miliardi di euro al fine di “sbloccare” investimenti privati che sono stati calcolati in ulteriori 9 miliardi.

BMW iX3 (2020)

Il nuovo progetto sulla European Battery Innovation è diviso in 4 macroaree di intervento.

  • Materie prime e materiali avanzati
  • Celle ed elementi delle batterie
  • Sistemi a batteria
  • Riciclaggio e sostenibilità

Sono 42 le aziende attive in uno o più Stati che potranno accedere al finanziamento e che lavoreranno in rete attivando circa 300 collaborazioni e coinvolgendo 150 partner esterni tra università, organizzazioni di ricerca e altre imprese europee. Tra le aziende che più beneficeranno di questo finanziamento, che sarà attivo fino al 2028, si notano Tesla, inserita in tre categorie, e BMW e FCA (ora Stellantis), inserite in due categorie. Restando in tema costruttori, si nota anche la presenza di Rimac.

Ecco tutti i soggetti coinvolti nel dettaglio:

Materie prime e materiali avanzati Celle ed elementi delle batterie Sistemi a batteria Riciclo e sostenibilità
ACIS Alumina System ACIS Borealis
Arkema BMW Alumina Systems Enel X (ITA)
Borealis Cellforce Group AVL Engitec (ITA)
Ferroglobe ElringKlinger BMW FIAMM (ITA)
Fluorsid (ITA) FCA (ITA) Endurance (ITA) Fortum
Green Energy Storage (ITA) Green Energy Storage (ITA) Enel X (ITA) Hydrometal
Hydrometal InoBat Auto Energo Aqua Italmach Chemicals (ITA)
Italmach Chemicals (ITA) Manz (ITA) FCA (ITA) Keliber
Keliber Midac (ITA) FIAMM (ITA) Liofit
Prayon Northvolt FPT Industrial (ITA) Little Electric Cars
SGL Carbon SGL Carbon Green Energy Storage (ITA) Midac (ITA)
Solvay (ITA) Skeleton Technologies

InoBat Energy

SGL Carbon
Tokay Carbon Group Sunlight Systems Manz (ITA) Tesla
VARTA Tesla Miba eMobility Valmet Automotive
  VARTA Midac (ITA) ZTS VaV
   

Rimac Automobili

 
    Rosendahl Nextrom  
    Skeleton Technologies  
    Sunlight Systems  
    Tesla  
    Valmet Automotive  
    Voltabor  

La valutazione Ue

La Commissione europea ha approvato i progetti dopo attenta valutazione. Dopo essersi accertata, ad esempio, che portino vantaggi all’economia comunitaria e limiti potenziali distorsioni alla concorrenza. Nello specifico, ha concluso che questo IPCEI si inserisce perfettamente nel quadro che ha portato alla nascita della European Battery Alliance del 2017 e all’attuazione del piano strategico per le batterie del 2018.  

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Attraverso questo finanziamento si potenzierà l’intera catena del valore delle batterie, dall’estrazione delle materie prime al riciclo e smaltimento. In particolare, ha individuato 5 punti di forza.

  • il progetto contribuisce a un obiettivo comune sostenendo una catena del valore che riveste un'importanza strategica per il futuro dell'Europa, in particolare per quanto riguarda la mobilità green e a basse emissioni;
  • il progetto mira a sviluppare tecnologie e processi che si spingono oltre i limiti attuali della tecnologia e che consentiranno di migliorare notevolmente l'efficienza, la sicurezza e l'impatto ambientale;
  • il progetto comporta anche rischi tecnologici e finanziari significativi, e serve quindi un sostegno pubblico per incentivare le imprese a investire;
  • l'aiuto alle singole imprese è limitato a quanto necessario, è proporzionato e non falsa indebitamente la concorrenza. Nello specifico la Commissione ha accertato che il totale degli importi massimi previsti degli aiuti è in linea con i costi ammissibili dei progetti e i loro deficit di finanziamento. Inoltre, in caso di entrate nette supplementari, le imprese restituiscono ai rispettivi Stati membri una parte dell'aiuto ricevuto mediante il cosiddetto "meccanismo di recupero";
  • i partecipanti che beneficiano del sostegno pubblico condivideranno ampiamente i risultati del progetto con la comunità scientifica e l'industria europee, raggiungendo un pubblico ben al di là delle imprese e dei paesi partecipanti, con conseguenze positive in tutta Europa.