L’Autorità per l'energia (Arera) ha pubblicato oggi lo studio "Mercato e caratteristiche dei Dispositivi di Ricarica per veicoli elettrici", nel quale ha analizzato 225 tra wallbox e colonnine presenti sul mercato italiano. Un'iniziativa che si ricollega anche alla sperimentazione per l'upgrade gratuito della potenza domestica per ricaricare le auto elettriche di cui trovate qui maggiori informazioni. Invece, qui la guida completa per aderire all'iniziativa.

L'approfondita opera di screening da parte dell’Arera, svolta in collaborazione con Rse (Ricerca Sistema Energetico), ha voluto tracciare un quadro del panorama italiano, per capire a come sia organizzata l’offerta del settore ricarica nel nostro Paese e i costi per l’acquisto da parte di consumatori, aziende, amministrazioni pubbliche e gestori dell’infrastruttura.

Da 2 a 350 kW

Pima di tutto, sui 225 apparecchi, l’Autorità ha identificato prodotti con ricarica compresa tra i 2 e i 350 kW realizzati da 24 diverse aziende. In base alla potenza li ha divisi tra wallbox domestiche e colonnine stradali slow, quick, fast e ultra-fast. Per quanto riguarda le seconde, sono così classificate:

  • Ricarica lenta o “Slow” (95 dispositivi): ricariche fino a 7,4 kW
  • Ricarica accelerata o “Quick” (98 dispostivi): ricariche fino a 22 kW 
  • Ricarica veloce o “Fast” (20): ricariche fino a 50 kW
  • Ricarica ultra-veloce o “Ultra-fast” (12): ricariche oltre i 50 kW

A livello percentuale, l’86% dei dispositivi di ricarica sul mercato nazionale appartiene alle categorie Slow o Quick, settore nel quale opera il 78% delle imprese prese in considerazione. Solo 9 aziende operano nel settore Fast, e solo 6 in quello Ultra-Fast. E di queste, solo 3 operano con dispositivi a corrente continua.

Wallbox, come sceglierlo

Wallbox a 1.200 euro di media

Concentrandosi sui dispositivi di ricarica domestica, come le wallbox, l’Arera ha scoperto che un prezzo medio di acquisto si aggira intorno ai 1.200 euro (iva inclusa). Ci sono prodotti low cost che arrivano a 700 euro e altri, top di gamma, che toccano i 1.700 euro, ma la maggior parte dei modelli in commercio è compresa in una forbice di prezzo che va da 900 a 1.500 euro. Ci sono però anche Case auto che offrono la wallbox gratuita al momento dell’acquisto di un’auto elettrica, con evidenti vantaggi in termini di costo, anche se bisogna tenere in considerazione anche il costo dell'installazione.  

Tornando ai 1.200 euro indicati in precedenza, cercando di scomporre questo valore medio complessivo nelle sue componenti principali, si possono approssimativamente definire queste sotto-aree di costo:

400-600 € è il prezzo base per una wallbox da 3,7 kW (monopresa 16A T1), dove il range di prezzo è legato soprattutto all’eventuale inclusione del cavo di ricarica, tipicamente da 5 m (acquistabile anche separatamente e dal prezzo tipico di 200 €)

  • +5/10% (25-50 €) per passare ad una wallbox da 7,4 kW (monopresa 32A T2)
  • +15/20% (90-100 €) per passare da sistema monofase a trifase
  • +15/20% (70-120 €) per rendere disponibile la connettività web (con dispositivo interno o esterno) solo per misurare prelievi o anche per controllare da remoto
  • +25/30% (100-200 €) per sistema automatico di gestione locale dei carichi (più costoso sul trifase che sul monofase)
  • +30/50% (circa 200 €) per inserimento di RFID
  • circa 300 € per i lavori di installazione (si tratta di un valore tipico ma naturalmente solo indicativo, poiché le condizioni di installazione possono risultare davvero molto diversificate)
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Quanto costano le colonnine?

Andando oltre le wallbox e guardando i punti di ricarica pubblici, i prezzi cambiano in base alla potenza erogata.

  • Per i dispositivi per ricarica Quick fino a 22 kW, i prodotti base (monopresa, con potenza di 11 kW e senza alcun meccanismo di autenticazione, né connessione internet) possono avere prezzi di poco superiori a quelli del segmento precedente e andare cioè da 700 e 1.300 €, però stavolta Iva esclusa. Per una colonnina con 2 punti di ricarica, ciascuno da 22 kW, i prezzi tipici salgono entrando in un intervallo tra i 2.000 e i 4.000 euro. Si tratta di dispositivi per ricariche gratuite, che non necessitano di software di autenticazione o connessione a internet per gestire i pagamenti.
  • Per i dispositivi per ricarica Fast (fino a 50 kW), per una colonnina monopresa a corrente alternata da 44 kW, i costi variano tra 7.000 € e 9.000 € + Iva. Per dispositivi in corrente continua da 50 kW, la colonnina ha un costo compreso tra 22.000 e 29.000 € + Iva. Esistono dispositivi meno prestazionali, come wallbox con una sola presa da 30 kW, a 7.500 € + Iva, o colonnine da 24 kW con prezzi tra i 12.000 e i 19.000 euro. 
  • Per i dispositivi per ricarica Ultra-Fast (oltre 50 kW) i prezzi salgono ancora. Per quelli compresi tra 60 e 150 kW, i prezzi, che crescono in base alla potenza erogata, variano tra 26.000 e 40.000 € + Iva. Per i dispositivi di potenza compresa tra 150 e 350 kW, i prezzi variano tra 54.000 e 80.000 € + Iva (anche in questo caso proporzionalmente alla potenza erogata).
auto elettrica ricarica

Attenti allo stand-by

L’Arera, nel suo studio, ha voluto misurare anche i consumi dei vari dispositivi durante lo stand-by e ha scoperto che un prodotto su tre consuma tra i 20 e i 30 W. Solo il 20% va oltre questa soglia, e solo il 20% consuma meno di 5 W.

Secondo le previsioni del Pniec,(Piano Energia e Clima Italiano) che punta a sviluppare un’infrastruttura di almeno 3 milioni di dispositivi di ricarica Slow e Quick e di circa 10.000 Fast o Ultra-Fast, nel 2030 oltre il 3% del fabbisogno energetico stimato sarà assorbito da questi dispositivi. Si tratta di una previsione di circa 300-350 GWh all’anno.

V2G e servizi aggiuntivi

Ci sono poi servizi aggiuntivi di cui wallbox e colonnine possono essere dotate. Si tratta di servizi che permettono ai punti di ricarica di interagire con la rete elettrica. Tra questi c’è ad esempio lo smart charging, che permette di modulare la potenza di ricarica in base alle richieste della rete (se ad esempio si ricarica a casa e si usano molti elettrodomestici, la wallbox riduce la potenza per mantenere i consumi al di sotto dei limiti) Ci sono anche interazioni più complesse, monodirezionali, come nel caso del V1G, o bidirezionali, come nel caso del Vehicle-2-grid.  

Di questi servizi, ci sono dei costi minimi al di sotto dei quali al momento non sembra possibile scendere.

  • modulazione automatica della potenza in funzione degli altri carichi e/o della generazione elettrica locale: 750 €
  • funzioni “smart” per offrire servizi V1G (scambio di informazioni e modulazione della ricarica sulla base di segnali esterni): 750 €
  • funzioni bidirezionali V2G: circa 5.500 € (ma per ora si tratta di un prezzo teorico)

Un mercato in fermento

A prescindere da tutto, l'Arera ha fotografato un mercato dei dispositivi di ricarica in cui il 70% dei prodotti (159) è costituito da modelli nuovi o rinnovati negli ultimi due anni: un segnale molto evidente del fermento del settore.

La competizione risulta particolarmente vivace nei segmenti caratterizzati da potenze di ricarica medie e basse, dominati da dispositivi a corrente alternata, e particolarmente interessanti per il mercato dei cittadini privati o per piccole realtà rappresentate da studi professionali o aziende di ridotte dimensioni. Si tratta di hotel, ristoranti e bar, ma anche autorimesse o supermercati. Il dato assume significato per il fatto che proprio questi dispositivi saranno utilizzati per oltre il 90% dei punti di ricarica che saranno installati nei prossimi dieci anni.

In un panorama in evoluzione, però, Arera crede che le possibilità di dialogo e interazione tra veicoli e infrastrutture elettriche, che lo stesso ente promuove da tempo, necessiteranno di qualche anno per prendere piede definitivamente. Al momento non siamo oltre la fase della sperimentazione e se per il V1G in pochi mesi le cose potrebbero cambiare, per servizi più complessi come il V2G i tempi saranno sicuramente più lunghi.

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