Dopo le polemiche seguite alla prima stesura del testo, l'auto elettrica ha finalmente trovato maggiore rilievo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), trasmesso dal Governo in Parlamento. Sicuramente si potrebbe fare di più, ma almeno ora la eMobility viene affrontata nel documento da diversi punti di vista: dall’infrastruttura di ricarica alla filiera delle batterie, passando per il trasporto pubblico.
Il Pnrr, lo ricordiamo, è il piano attraverso cui verranno impiegate le ingenti risorse del programma Next Generation EU, che mette a disposizione dell'Italia 191,5 miliardi (più altri 30,6 mld del Fondo complementare) per il rilancio economico post pandemia. Vediamo quindi quante di queste risorse verranno destinate alla mobilità elettrica, e come.
Colonnine in arrivo
Uno dei temi che in precedenza era colpevolmente mancato del tutto nel Pnrr, e che ora viene invece citato esplicitamente, riguarda le colonnine per la ricarica. Nel documento stilato dal Governo si legge che “lo sviluppo di mobilità basata su veicoli elettrici rappresenta una rilevante opportunità di decarbonizzazione del settore”.
Secondo le stime già fatte proprie dall'Italia con il Piano energia-clima, per raggiungere gli obiettivi europei nella riduzione delle emissioni inquinanti, entro il 2030 dovranno essere 6 milioni i veicoli alla spina in circolazione sulle nostre strade (4 mln di EV e 2 mln di PHEV). Affinché possano godere di un’infrastruttura di rifornimento adeguata, si considerano necessari nel Pnrr almeno 31.500 punti di ricarica rapida pubblici.
Le risorse per la rete
Tra gli interventi previsti dal Pnrr ci sono quindi la realizzazione di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada, di 13.755 punti di ricarica rapida nei centri urbani e la costruzione di 100 stazioni di ricarica sperimentali alimentate con tecnologie di stoccaggio dell’energia.
- 7.500 punti fast charge in autostrada
- 13.755 punti fast charge in città
- 100 stazioni sperimentali con sistemi di stoccaggio dell’energia
Per il potenziamento e la digitalizzazione delle infrastrutture di rete saranno spesi 4,11 miliardi di euro. Saranno utilizzati principalmente per il rafforzamento della smart grid (3,61 mld) e per interventi sulla resilienza climatica delle reti stesse (0,5 mld).
Nuove regole
Nel piano, si legge testualmente: “In relazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale […] andrà rafforzata, anche attraverso l’adozione di misure pro-competitive, la diffusione di energie rinnovabili e, più in generale, di attività economiche e servizi sostenibili".
Ad esempio, precisa il Pnrr, "occorrerà prevedere criteri trasparenti e non discriminatori per l’assegnazione di spazi e/o la selezione degli operatori per l’installazione di colonnine di ricarica delle auto elettriche (valorizzando adeguatamente la componente di prezzo offerto dalle imprese nei confronti dei consumatori) e andranno altresì superati gli ostacoli regolatori che, soprattutto dal punto di vista tariffario, ancora si frappongono al libero svolgimento dell’attività di fornitura dell’energia elettrica per la ricarica dei veicoli”.
Il trasporto pubblico green
La mobilità elettrica non si dovrà diffondere solo nel campo dei veicoli privati. Anche il trasporto pubblico dovrà convertirsi con mezzi a basso impatto ambientale. L’operazione si inserisce nel processo di attuazione del Piano Strategico nazionale per la Mobilità Sostenibile e si svolgerà su tre direttrici:
- il rinnovo della flotta autobus con mezzi a basso impatto ambientale
- il rinnovo della flotta treni per trasporto regionale e intercity con mezzi a propulsione alternativa
- il rinnovo parco Vigili del fuoco
Per quanto riguarda il primo punto, il rinnovo degli autobus prevede l’acquisto entro il 2026 di 3.360 mezzi a basse emissioni e, di questi, circa un terzo saranno destinati alle principali città italiane. Per quanto riguarda i treni, invece, per il trasporto regionale si punterà a sostituire 53 unità di vecchia concezione con altrettante unità a propulsione elettrica e a idrogeno entro il 2026. A queste si aggiungeranno 100 carrozze di nuova concezione realizzate con materiali riciclabili e dotate di pannelli fotovoltaici. A sostegno di questi interventi saranno stanziati 3,64 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i vigili del fuoco, infine, il corpo sarà dotato di 3.600 veicoli elettrici e veicoli a gas per i servizi istituzionali e vedrà l’introduzione nella flotta di 200 mezzi ibridi dedicati alle attività in aeroporto.
Rinnovabili e batterie
Come sottolineato spesso dalla Commissione Europea, uno dei fattori chiave della transizione energetica riguarda la filiera delle batterie. L’Unione punta a progetti comunitari per poter competere a livello globale e rendere il Vecchio Continente indipendente dalle forniture estere. L’Italia, da questo punto di vista, punterà a cavalcare il cambiamento insieme ad altri Stati come la Francia e la Germania, lavorando sul settore dei trasporti e su quello elettrico.
A questo si aggiungeranno investimenti in tema di fonti rinnovabili. Nel solare e nell’eolico offshore si prevedono aumenti tali da più che raddoppiare la capacità attuale entro il 2030. Solo nel fotovoltaico, l’Italia passerà dai 21 GW attuali a più di 52 GW.
Questi interventi porteranno secondo il Governo nuovi posti di lavoro, la nascita di infrastrutture hi tech ad alta automazione, la definizione di tecnologie coperte da brevetti e la formazione di un capitale umano altamente specializzato.