L’Arabia Saudita sta sostenendo sforzi consistenti per cercare di liberarsi (o almeno diminuire) la propria dipendenza dal petrolio. Adesso Alexander Novak, ministro dell’Energia russo, ha offerto il proprio aiuto al principe Mohammed bin Salman per la produzione dell’idrogeno. È successo ieri durante un meeting online tre le commissioni governative dei due Paesi.

“Abbiamo una proposta per creare un gruppo di lavoro nel campo dell’idrogeno”, ha detto Novak cavalcando il trend espansionistico di questo settore energetico i cui impieghi vanno dall’industria pesante ai trasporti.

Una conversione blu

Russia e Arabia Saudita hanno un molto in comune. Entrambi hanno sfruttato gli enormi giacimenti oil & gas che possiedono per creare la propria fortuna e ora si trovano di fronte alla necessità di proiettarsi verso il futuro.

E l'idrogeno dal loro punto di vista può essere un'ottima occasione per avviare un imponente processo di riconversione industriale, anche se rimane difficile -specialmente in Russia - pensare che si possa puntare subito sull'idrogeno verde, ossia quello prodotto esclusivamente da fonti rinnovabili. Più probabilmente la parte del leone la potrà recitare almeno nel breve periodo l'idrogeno grigio o blu (ossia quello prodotto a partire dal gas, con o senza cattura della CO2 emessa).

In passato l’Arabia Saudita aveva già manifestato interesse verso l’idrogeno e questa ulteriore convergenza con Mosca - con cui nel recente passato si è lavorato insieme per orientare il mercato petrolifero attraverso l'Opec+ - potrebbe accelerare la questione. Del resto, i capitali a disposizione per gli investimenti sono enormi. 

King-Abdullah-Economic-City

La città del futuro

Tanto per fare degli esempi, basti ricordare che l'Arabia Saudita sta costruendo praticamente da zero quattro nuove città basate su modernissimi concetti in tema di urbanizzazione. Un po' come sta facendo Toyota con la Woven City.

  • King Abdullah Economic City (KAEC): 500.000 abitanti
  • Prince Abdul Aziz Bin Mousaed Economic City (PABMEC): 80.000 abitanti
  • Knowledge Economic City (KEC): 200.000 abitanti
  • Jazan Economic City (JEC): 500.000 abitanti

Dislocate in varie aree del Paese, sono tutte progettate per aree di competenza dai servizi al turismo passando per logistica, automotive (famoso è il caso "saudita" di Lucid Motors), chimica, agricoltura, edilizia e settore minerario, tanto per citarne alcuni. Tutte punteranno su energie rinnovabili, processi produttivi green e, naturalmente, un sistema di trasporti a basso impatto ambientale. È chiaro che per le attività produttive l’uso di idrogeno green contribuirà a ridurre la carbon footprint di questi nuovi enormi centri abitati.