Un incendio è stato appiccato oggi nel cantiere della Gigafactory di Berlino. Secondo quanto riportato dalla Reuters, si sarebbe danneggiata un'area molto circoscritta dello stabile. I danni dunque risulterebbero risibili secondo quanto riferito dalle autorità. Resta invece il peso del gesto.
Rivendicazione ambientalista
Secondo quanto riportato si tratterebbe di un atto doloso. L'evento avrebbe implicazioni politiche a monte, tanto più che vi sarebbe già una rivendicazione ufficiale da parte di un gruppo di attivisti della sinistra radicale tedesca. Le attenzioni si starebbero concentrando su una lettera per rivendicare il gesto.
La modalità con cui è stato appiccato l'incendio sarebbe abbastanza chiara: il gruppo avrebbe dato fuoco a sei cavi dell'alta tensione esposti dopo aver interrotto l'alimentazione centrale. Nella lettera vi era una forte denuncia nei confronti della società di Elon Musk: "Tesla non è verde, né ecologica né sociale".
Problemi e ritardi
Non è la prima volta che Tesla deve affrontare proteste, opposizioni e problemi in questa fase di sviluppo della Gigafactory tedesca, e non si tratta solo di manifestazioni attiviste come in quest'ultimo caso, ma anche di lungaggini burocratiche, come denunciato dallo stesso Musk volato apposta in Germania.
Dunque, non bastavano i rallentamenti burocratici, ora Tesla deve vedersela con reali tentativi di sabotaggio. Una questione in più da non sottovalutare considerando come i lavori siano in dirittura d'arrivo sì, ma oramai con un ritardo conclamato. L'inizio dell'attività produttiva della Gigafactory, promesso inizialmente per il mese di luglio, sembra certamente destinato a slittare a fine anno. Anche se da Berlino promettono che non ci saranno più slittamenti.
Fonte: Reuters