Tesla aveva fatto retromarcia su una decisione che aveva preso un anno fa facendo arrabbiare alcuni suoi clienti. I vertici di Palo Alto, infatti, la scorsa settimana avevano deciso di ridare la possibilità di ricaricare le batterie tramite i Supercharger anche ai proprietari delle auto rimesse a posto con pezzi di altre Tesla, le cosiddette "salvage cars" che in America sono abbastanza diffuse.
Ebbene, ora torna nuovamente sui suoi passi e vieta nuovamente l'accesso alla propria rete di ricarica pubblica. Il tutto senza uno straccio di spiegazione. Si pensa, a questo punto, che la temporanea concessione sia stata niente più che un bug sfuggito ai tecnici e subito rimesso a posto. La speranza, per i proprietari di una Tesla recuperata, è che si cambi nuovamente idea; per gli altri è che ci sia almeno una presa di posizione ufficiale.
Pratica non sicura?
Torniamo un attimo a monte. Cosa sono queste auto "recuperate"? In sintesi esemplari rimessi a nuovo da alcune officine specializzate dopo incidenti più o meno gravi che sono fatti tornare in strada sfruttando componenti di altre vetture incidentate. Una sorta di auto-collage realizzate da esperti che lavorano con auto dello stesso tipo per dare nuova vita a una serie di esemplari che altrimenti verrebbero rottamati.
La pratica, che ha il merito di risparmiare la rottamazione a una serie di auto, a Palo Alto non è mai piaciuta del tutto per questioni di sicurezza. Per questo motivo, all’inizio dell’anno scorso, i vertici Tesla avevano deciso di vietare a queste vetture l’accesso alla rete di ricarica della Casa e anche a quelle di altri altri operatori. Quindi una Tesla recuperata poteva quasi esclusivamente ricaricare a casa.
“Tesla – c’era scritto nella comunicazione uscita all’epoca – si riserva il diritto di disattivare l’uso dei Supercharger per qualsiasi veicolo che si ritiene non essere sicuro. Se verrà scoperto – continuava la nota – che un’auto è stata modificata per consentire l’accesso alla rete e/o la ricarica rapida tramite terze parti, Tesla potrà intraprendere un’azione legale e chiedere un risarcimento”.
Doppio passo indietro
Senza il rifornimento di elettroni alle colonnine pubbliche, però, le auto elettriche recuperate hanno un raggio d’azione abbastanza limitato. Possono essere usate per i tragitti di tutti i giorni, ma rendono gli spostamenti lunghi abbastanza complessi, se non impossibili. Le cose erano appena cambiate, come rivelato dall’account Twitter dell’esperto @greentheonly (l’hacker che ha mostrato anche come vede l’Autopilot Tesla entrando all’interno del software della sua auto).
“Sento (senza molto clamore) – ha scritto in un post sul social – che Tesla ha improvvisamente riattivato i Supercharger alle Model 3 recuperate. Sarebbe interessante avere conferma da altri proprietari. Grandi notizie se vere!”. Peccato che l'accesso sia stato concesso per un tempo limitatissimo, almeno stando a quanto affermato da altri possessori che non sono riusciti a fare un pieno d'energia presso le colonnine pubbliche. Attendiamo ulteriori sviluppi.