Elon Musk ha approfittato della recente visita a Firenze per fare un salto in Germania. Lì, il numero uno di Tesla è atterrato mercoledì pomeriggio e lì, all’aeroporto di Berlino, l’aereo sarebbe ancora fermo. Questo almeno da quanto riportato dall’account Twitter che documenta fedelmente tutti gli spostamenti del jet privato del CEO di Tesla (già, esiste anche questo).
Se l’arrivo in Italia resta avvolto nel mistero – alcuni parlano di semplice gita con la famiglia, altri di un incontro con i vertici della Leonardo – la trasferta tedesca ha un significato chiaro. Capire cosa sta succedendo nella Gigafactory Berlino e sbloccare la situazione, che proprio in queste ultime ore sembra prendere un'ottima piega.
Recuperare il tempo perduto
Elon Musk ha incontrato alcune autorità politiche dello stato di Brandeburgo, dove la Casa di Palo Alto sta realizzando la sua prima fabbrica europea. Tra queste, il premier locale Dietmar Woidke e il suo ministro dell’Economia Joerg Steinbach, che in un tweet ha definito l’incontro con Musk amichevole e rilassato.
Musk ha incontrato anche Armin Laschet, presidente del partito di Angela Merkel (l’Unione Cristiano-Democratica), che ha detto che si recherà in visita alla Gigafactory Berlin per farsi un’idea dello stato di avanzamento dei lavori.
Si apre a ottobre
Elon Musk non si è fatto sfuggire l’occasione di incontrare quello che molti accreditano come il successore della Merkel al posto di cancelliere tedesco. E a seguito del colloquio, il numero uno di Tesla, ha pubblicato un tweet che ha il sapore della vittoria. Il 9 ottobre si terrà un factory tour del sito europeo. Questo dovrebbe significare che da ottobre la produzione tedesca prenderà definitivamente il via.
Tra contenziosi legali con associazioni ambientaliste locali e necessità di numerosi permessi burocratici, infatti, la Gigafactory non aprirà i battenti prima di fine anno. Inizialmente si era previsto potesse avviare le operazioni di produzione della Model Y destinata all’Europa già in estate, mentre la Casa ha poi dovuto ripiegare sull’importazione degli esemplari Made in China per non ritardare ulteriormente il debutto del modello nel Vecchio Continente. Ed è forse anche per questo che a Shanghai si è chiesta l'approvazione per ampliare la gamma con una serie di varianti.