Con il blocco degli incentivi per le auto elettriche e plug-in, l'Italia perderà lo straordinario abbrivio registrato in questi mesi dalle vendite di questi modelli. E in assenza di un intervento tempestivo da parte della politica le ripercussioni possono essere più gravi di una semplice battuta d'arresto congiunturale.
A suonare l'allarme è ancora una volta Motus-E. La sospensione delle agevolazioni all’acquisto delle auto con emissioni di CO2 sotto i 20 g/km, spiega l'associazione, avrebbe conseguenze negative non solo nel breve (con le vendite ferme in attesa dello sblocco dei fondi, disponibili ma "incagliati" per un pasticcio burocratico), ma anche nel medio e nel lungo termine. Le Case, infatti, potrebbero dirottare le auto elettriche verso altri mercati con una domanda di BEV e PHEV più frizzante grazie ai bonus, e ridurre la disponibilità nella Penisola, con ulteriori rallentamenti per il rinnovo green del parco circolante.
Interventi di lungo periodo
“Confidiamo in un’azione tempestiva del Governo che sposti risorse dall’extrabonus all’ecobonus – rimarca Motus-E – se così non fosse il mercato si bloccherà, specialmente visto che gli operatori (e i clienti) sono consci che si potrebbero sbloccare nuovi fondi nei prossimi mesi".
"Il ruolo di Cassandra non piace a nessuno, men che meno a noi che denunciamo da marzo il rischio di esaurimento anzitempo degli incentivi per le auto elettriche - incalza l'associazione - ma crediamo sia importante rimarcare che senza una pianificazione chiara verso operatori e clienti finali per il prossimo triennio l’Italia non sarà un mercato appetibile rispetto ad altri Stati europei, con un rallentamento inesorabile delle immatricolazioni delle auto elettriche e, in parte, delle plug-in".

Oltretutto, avverte Motus-E, "questo potrebbe portare a una riduzione più lenta del prezzo di acquisto delle BEV e, di conseguenza, dell’adozione di mezzi elettrici, in particolare da parte di concittadini con redditi più bassi”.
Una distribuzione disomogenea
La stessa Motus-E pone poi l’accento sul disequilibrio della diffusione di auto elettriche sul territorio nazionale. “Dal punto di vista della distribuzione geografica, l’andamento delle vendite BEV+PHEV nel nostro Paese resta piuttosto stabile". Il 36% (2.239) è infatti avvenuto nel Nord-Est, ancora saldo al primo posto. Il Nord-Ovest si conferma al secondo posto e si assesta al 29% (1.883), il Centro sale al 26% (1.655) e, infine, il Sud e Isole che si confermano all’ultimo posto al 10% (628). "Questo testimonia come il divario tra Nord e Sud resta ancora uno dei principali ostacoli da superare".
BEV+PHEV vendute ad agosto | Percentuale | |
Nord-Est | 2.239 unità | 36% |
Nord-Ovest | 1.883 unità | 29% |
Centro | 1.655 unità | 26% |
Sud e Isole | 628 unità | 10% |
Per quanto riguarda le immatricolazioni delle BEV, questo mese al primo posto troviamo la Lombardia con 684 unità che supera le 487 unità della Veneto che sale di un gradino al secondo posto. Seguono il Trentino-Alto Adige, che scende alla terza posizione della classifica con 485 unità, il Lazio (280) e la Toscana (264). La regione con il maggior numero di immatricolazioni di veicoli PHEV è invece la Toscana (756) che supera il Trenino-Alto Adige (577) a cui seguono Lombardia (463), Veneto (287) e Valle D’Aosta (216).