La Cina starebbe valutando un nuovo sistema per l’erogazione di contributi e agevolazioni sulle auto elettriche. A quanto pare vorrebbe passare dal metodo attuale, che premia a le Case che producono vetture a zero emissioni a prescindere, a uno in cui si incentiverà la riduzione delle emissioni di CO2 a tutto tondo, tenendo conto dell’intero processo produttivo.

È quanto riporta Reuters che cita le dichiarazioni di Xu Haidong, membro del consiglio direttivo della CAAM, l’associazione cinese dei costruttori di automobili, il quale ha detto che “il passaggio (da un tipo di incentivazione all’altro, ndr) è al momento in discussione tra i vari ministeri”. E nel frattempo, il mercato torna a volare ad agosto.

Il sistema attuale

L’attuale sistema è entrato in vigore nel 2017 e dovrebbe restare in piedi fino al 2023. Dà crediti alle Case automobilistiche che vendono auto full electric o a basse emissioni, modelli che permettono ai costruttori di compensare le penalizzazioni derivanti dalla vendita di vetture più inquinanti.

Il fatto che si stia valutando una modifica a questo tipo di agevolazioni potrebbe modificare profondamente le strategie delle Case, che potrebbero appunto rivedere i piani per adattarsi al meglio alle nuove disposizioni del governo in fatto di emissioni.

Tesla Giga Shanghai: produzione di batterie

Il mercato corre

Intanto, aspettando di capire cosa succederà tra due anni, si deve ricordare che quello cinese è il primo mercato automobilistico al mondo, con 25 milioni di auto vendute nel 2020, ed è davanti a tutti anche per quanto riguarda le vetture full electric.

In Cina ad agosto si è registrato un nuovo record di vendite di auto elettriche e plug-in. Addirittura, con 286.514 auto alla spina immatricolate, si è battuto il precedente primato di giugno del 22% e rispetto all'agosto del 2020 si è registrato un incremento pari al 187%. Da inizio anno queste di seguito sono le tre elettriche più vendute all'ombra della Grande Muraglia:

  1. Wuling Hong Guang MINI EV - 253,704 unità
  2. Tesla Model 3 - 92,755 unità
  3. Tesla Model Y - 59,900 unità
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Verso il cambiamento

Ma torniamo alla questione del nuovo sistema di incentivi al vaglio del Governo cinese. Quella automobilistica non è tra le otto industrie a cui l'esecutivo ha chiesto di attivarsi per mettere in atto politiche di compensazione delle emissioni di CO2, ma alcuni rappresentanti dei costruttori di auto, tra cui Tesla, hanno iniziato a studiare la questione per farsi trovare pronti a un eventuale cambio di rotta.

Il ministero dell’industria cinese non ha voluto commentare la faccenda, ma che le nuove misure siano effettivamente allo studio è stato confermato da Sanae Nuimura, vicepresidente di Honda China, che in una conferenza ha detto che il nuovo sistema avrebbe un impatto notevole sul comparto, il cui picco di emissioni dovrebbe essere raggiunto tra sette anni prima di iniziare una fase di contrazione.

Fabbrica VW Cina

La parabola della CO2

Il settore automotive seguirebbe l’andamento delle emissioni dell’intero comparto industriale cinese, che secondo il presidente Xi Linping toccherà l’apice nel 2030 e poi inizierà a scendere progressivamente fino ad arrivare a zero nel 2060.

La Società Cinese degli Ingegneri dell’Auto ha previsto il picco delle emissioni delle aziende che operano nel settore delle quattro ruote nel 2028, in leggero anticipo rispetto alla media, e da quel momento i livelli si abbasseranno del 20% entro il 2035.

Intanto, molte Case stanno già lavorando per ridurre l’impatto climatico della loro attività di produzione di auto. GAC, ad esempio, sta lavorando in questo senso insieme alla città di Guangzhou, mentre Volkswagen, proprio in Cina, chiede ai propri fornitori di lavorare utilizzando fonti di energia rinnovabili e di compensare le emissioni piantando nuovi alberi e mettendo in atto altre politiche green.