La britannica Ineos, colosso della chimica e principale operatore di elettrolisi d’Europa, ha dato il via a un ambizioso piano di espansione per la produzione di idrogeno verde con un investimento da due miliardi di euro. 

I nuovi siti produttivi sorgeranno in Norvegia, in Germania e in Belgio, ma nei prossimi 10 anni ne verranno realizzati altri in Gran Bretagna e in Francia. Questo per cavalcare le politiche europee che puntano a portare la produzione di idrogeno verde dagli attuali 0,1 GWh a 40 GWh nel 2050. Come se non bastasse, lo scorso mese Ineos ha dichiarato di voler convertire la raffineria di Grangemouth, in Scozia, in un impianto alimentato a idrogeno. I lavori costeranno circa 1 miliardo di euro ma permetteranno al sito petrolchimico di arrivare a essere carbon neutral entro il 2045.

Si lavora anche sulle auto

L’idrogeno, secondo Ineos, potrà avere un ruolo importante sia per l’industria e il settore domestico sia per i trasporti. Per questo la società ha deciso di impegnarsi direttamente anche in campo automobilistico.

Lo ha fatto con la divisione Automotive, che lavora proprio per lo sviluppo di fuel cell e powertrain a idrogeno per la mobilità. In questo senso, ha presentato anche una concept sulla base del nuovo fuoristrada Grenadier, che grazie alla collaborazione con Hyundai (siglata nel novembre del 2020) ha portato alla nascita di una particolare versione della 4x4 spinta da un sistema fuel cell. I test della vettura, dotata anche di trazione integrale, saranno avviati nel corso del 2022. 

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Sir Jim Ratcliffe, fondatore e presidente di Ineos, ha dichiarato: “I veicoli elettrici sono ideali per la città e gli spostamenti brevi. Ma l’idrogeno è migliore per i viaggi più lunghi o per trasportare carichi più pesanti ed è perciò necessario un investimento immediato per la distribuzione dell’idrogeno e la creazione di stazioni di rifornimento dedicate”.

Serve supporto

Per trovare una sponda all'investimento monstre stanziato, Ineos ha anche avviato una campagna di sensibilizzazione: affinché possa esprimere il proprio massimo potenziale, il settore dell'idrogeno ha bisogno di politiche di sostegno che portino a far crescere sia l'infrastruttura sia la produzione.

“Soprattutto in Inghilterra - ha aggiunto Ratcliffe - dove l’attenzione della politica sembra più concentrata su altre forme di abbattimento delle emissioni e dove si rischia di veder aumentare il gap con il resto d’Europa”.