La promessa rivoluzione industriale (dal cuore italiano) di Elon Musk sta cominciando a generare forti interessi in tutto il mondo. Per chi non lo sapesse, tutto si fonda sull'utilizzo delle Giga Press, le enormi macchine a pressofusione nate per “stampare” ampie parti dei veicoli in un unico pezzo prodotte della società bresciana Idra.

Stando a quanto riportato da Seeking Alpha, Tesla starebbe collaborando ora su questo anche con Exco Technologies, un’azienda canadese specializzata proprio nella progettazione di strumenti d’assemblaggio per il settore auto. E soprattutto dall'Asia gli occhi sembrano puntati sulle mosse di Musk e soci.

Ecco Castool

È Darren Kirk, ceo dell’azienda, ad annunciare la partnership già in corso tra Exco Technologies e la Casa parlando agli azionisti durante la call sui risultati del terzo trimestre 2021: “La nostra divisione Castool – ha dichiarato – è già il principale fornitore di alcuni componenti delle Giga Press di Tesla nel mondo”.

Tesla: Model Y prodotta con le Giga Press italiane
Tesla Model Y prodotta con le Giga Press

Kirk ha poi aggiunto che anche altre divisioni aziendali “sono in rapporti con Tesla a un certo livello” e che spera di mantenere un legame duraturo con la Casa statunitense. Ma non solo con quella: “Ci aspettiamo che gli OEM tradizionali seguano l’esempio e usino queste macchine più grandi per il passaggio alle auto elettriche”.

Modello Tesla

E pare che in parte sia già così. Almeno in Cina, perché il New York Times ha pubblicato in questi giorni un articolo su Liu Siong Song, ingegnere di LK Technology, partner cinese di Tesla, in cui l’intervistato afferma che sta lavorando con mezza dozzina di Case del Dragone per consegnare un sistema di assemblaggio simile a quello delle Giga Press.

“Oltre a Tesla – ha affermato –, LK fornirà altre macchine a pressofusione a sei aziende cinesi entro l’inizio del 2022, perché sempre più costruttori di auto adotteranno il metodo di produzione scelto da Elon Musk. La società spera di fornire gli stessi tipi di macchine a molte aziende cinesi nei prossimi due anni”.