Londra vuole dire basta alle emissioni di CO2 e inquinanti delle auto entro il 2030. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo del net zero entro i prossimi 8 anni, il sindaco Sadiq Khan sta pensando a una serie di misure contro il traffico, che dovrà essere ridotto almeno del 27%.
Ecco perché ha chiesto alla Transport for London (TfL), autorità dei trasporti nella capitale inglese, di analizzare le proposte della società di consulenza Element Energy, pensate per spingere i cittadini a usare auto elettriche, bici, monopattini e mezzi pubblici.
Le tre proposte
La prima è un ampliamento entro il 2024 della cosiddetta Ulez (ultra-low emission zone), in modo da coprire quasi tutto il territorio di Londra. La zona è stata allargata l’ultima volta a ottobre, passando dal solo centro della città a 380 km/q di superficie.
L’eventuale estensione toccherebbe un’area grande quattro volte di più e riguarderebbe una popolazione di 9 milioni di persone. Ma soprattutto significherebbe far pagare una sorta di pedaggio a chi vuole transitare con un veicolo vecchio e inquinante. Il costo? Attualmente è 12,5 sterline al giorno.
La seconda proposta sembra invece funzionare al contrario: a pagare la tassa, probabilmente meno onerosa, sarebbero tutti i veicoli, tranne i più puliti. Dare una definizione di pulito sarà compito della stessa TfL. In ogni caso, non saranno incluse le auto senza una qualche forma di elettrificazione.
Ci sarebbe poi una terza e ultima idea, pensata più per ridurre il traffico che l’inquinamento (se non come conseguenza), e consisterebbe nel pagamento di un tributo a carico di chi entri nella capitale a bordo di un veicolo non immatricolato lì.
Il piano Khan
Realizzare il piano non sarà comunque semplice. Già in passato i cittadini non hanno ricevuto tutto l’aiuto necessario per il passaggio alle zero emissioni. Ma Khan ha in mente due cose: chiedere aiuto al Governo nazionale e trovare un punto d’incontro con i londinesi. In più, le entrate derivanti dalla tasse potrebbero essere utilizzate per finanziare gli incentivi.
“Troppo spesso abbiamo visto misure contro l’inquinamento atmosferico e l’emergenza climatica ritardate in tutto il mondo perché considerate troppo difficili o politicamente scomode, ma non sono disposto a rimandare le azioni che abbiamo la possibilità di attuare qui a Londra”, ha dichiarato il sindaco.
La sua città sembra effettivamente aver bisogno di una mano, visto che tra il 2018 e il 2020 ha visto ridurre le emissioni di gas serra dai luoghi di lavoro e dalle case del 60% e del 40%, contro il più misero 7% dai trasporti.
Chi dice sì e chi no
Approvata qualsiasi proposta, Londra sarebbe una delle capitali più all’avanguardia nella lotta all’inquinamento atmosferico. Le associazioni ambientaliste hanno già abbracciato la nuova politica del sindaco, ma non tutti in città sono d’accordo.
È il caso di Keith Prince, membro conservatore dell’Assemblea di Londra, secondo il quale imporre “ulteriori imposte sulle emissioni sarebbe ridicolo”. I londinesi, sostiene lui, non dovrebbero essere in prima linea per “combattere l'emergenza climatica”. Intanto la città si dota di bus elettrici e a idrogeno.
Fonte: Financial Times