Nonostante alcuni tentennamenti, anche l’Italia ha fissato le date di scadenza per i motori a combustione interna: lo stop alle vendite di auto termiche, come stabilito dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica, arriverà entro il 2035, che diventerà 2040 per furgoni e veicoli commerciali.
La decisione allinea così la Penisola al crescente elenco di Paesi che hanno già messo in calendario l’addio a benzina e diesel. Ma vediamo meglio chi fa già parte di questo gruppo.
Il patto alla Cop26
La lista si è allungata parecchio dopo la Cop26 di novembre andata in scena a Glasgow, dove tanti Stati – ma non l’Italia – hanno firmato il patto per fermare le immatricolazioni di auto e van a combustione nel 2035 nei mercati avanzati e nel 2040 nel resto del mondo.
Mercati avanzati (entro il 2035)
- Austria
- Azerbaigian
- Belgio
- Cambogia
- Canada
- Capo Verde
- Cile
- Cipro
- Croazia
- Danimarca
- El Salvador
- Finlandia
- Irlanda
- Islanda
- Israele
- Liechtenstein
- Lituania
- Lussemburgo
- Malta
- Norvegia
- Nuova Zelanda
- Olanda
- Polonia
- Santa Sede
- Slovenia
- Svezia
- Regno Unito
- Uruguay
Resto del mondo (entro il 2040)
- Armenia
- Repubblica Dominicana
- Ghana
- India
- Kenya
- Marocco
- Messico
- Paraguay
- Ruanda
- Turchia
- Ucraina

In anticipo sulla tabella di marcia
Ma alcuni Paesi bruceranno le tappe rispetto a quanto deciso in Scozia. Per esempio il Regno Unito, padrone di casa alla Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, dove le auto a benzina e diesel abbandoneranno i concessionari nel 2030 e saranno seguite dalle ibride plug-in cinque anni più tardi.
Si muoveranno per quella data anche Islanda, Israele, Olanda e Svezia. Il 2031 sarà la volta della Slovenia e quattro anni dopo del Cile. La Danimarca dirà basta ai motori a combustione nel 2030 e agli ibridi plug-in nel 2035.
Passiamo alla Norvegia, capoclasse in Europa dell’elettrificazione, che ha un obiettivo di vendite 100% in elettrico già per il 2025. A pensare diversamente è il Belgio, con la regione di Bruxelles che saluterà il diesel nel 2030 e la benzina nel 2035, mentre le Fiandre saranno protagoniste di un phase-out totale nel 2029.
Cile | 2035 |
Danimarca | 2030 - 2035 |
Islanda | 2030 |
Israele | 2030 |
Norvegia | 2025 |
Olanda | 2030 |
Slovenia | 2031 |
Svezia | 2030 |
Regno Unito | 2030 |
E gli Usa?
Abbandoniamo il programma di Glasgow e spostiamoci Oltreoceano. Se il 2035 è tra i pensieri del presidente Joe Biden, alcuni Stati federati degli Usa si sono già mossi in autonomia, come la California e New York. Washington, invece, ha voluto anticipare tutti in America: solo auto elettriche dal 2030. Al di là dei confini, i vicini del Canada venderanno esclusivamente veicoli a zero emissioni nel 2035.
Fit for 55 all’orizzonte
Intanto, l’Europa non sta a guardare. La Commissione Ue ha proposto la messa al bando di benzina e diesel nel 2035 all’interno del pacchetto di riforme climatiche Fit for 55. Ovviamente, se la normativa diventerà definitiva, tutti i piani dei Paesi europei programmati per gli anni successivi a quella data dovranno essere anticipati. È il caso della Spagna, che ha vietato le nuove immatricolazioni dal 2040.

Niente, invece, cambierà per l’Italia. Non hanno ancora preso una posizione ufficiale Francia e Germania. Con qualche distinguo, sembrano però strizzare l’occhio alla data più gettonata finora: il 2035.
Il resto del mondo
E cosa succede nel resto del mondo? Singapore punta al 2030, mentre Cina, Giappone e Thailandia al 2035. In mezzo ci sono i piani di Hong Kong, Macau e Corea del Sud: stop a benzina e diesel nel 2030 e agli ibridi plug-in nel 2035. Più tardi, nel 2040, Egitto e Taiwan, per chiudere nel 2050 con Costa Rica e Indonesia.
Cina | 2035 |
Corea del Sud | 2030 - 2035 |
Costa Rica | 2050 |
Egitto | 2040 |
Giappone | 2035 |
Hong Kong | 2030 - 2035 |
Indonesia | 2050 |
Macau | 2030 - 2035 |
Singapore | 2030 |
Taiwan | 2040 |
Thailandia | 2050 |