Una presa di posizione netta quella della commissione Ambiente al Parlamento europeo in merito alle nuove regole sulle batterie, presentate dalla Commissione Ue a dicembre 2020 e attualmente in fase di discussione.

Pensata per migliorare la sostenibilità etica e climatica degli accumulatori, sia durante il ciclo di vita che nella fase di smaltimento, la proposta di regolamento riceve ora un primo placet, con 74 voti favorevoli, 8 contrari e 5 astenuti.

Cosa piace

Gli eurodeputati scrivono che “le nuove misure sulle batterie sono fondamentali per la transizione verso un’economia circolare e climaticamente neutra e per la competitività e l’autonomia strategica dell’Unione”.

A piacere sono in particolare le norme che prevedono alcuni obblighi sull’impronta di carbonio, come l’etichettatura e i valori massimi consentiti, ma anche quelle sui livelli minimi di materie prime critiche da recuperare a fine vita, dal cobalto al litio e al nichel. Bene anche gli obblighi nelle catene di approvvigionamento.

Volvo e Northvolt insieme per un centro di ricerca sulle batterie

La commissione Ambiente è persino più rigorosa dell’esecutivo Ue quando si parla di gestione dei rifiuti, perché chiede di inserire nel testo uno standard minimo di raccolta degli accumulatori per veicoli, pari al 75% entro il 2025 e all’85% nel 2030.

“Per la prima volta nella legislazione europea – dichiara la relatrice Simone Bonafè – il regolamento sulle batterie stabilisce un insieme olistico di regole per governare l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla fase di progettazione al fine vita”.

“Questo – continua – crea un nuovo approccio per aumentare la circolarità delle batterie e introduce nuovi standard di sostenibilità che dovrebbero diventare un punto di riferimento per l’intero mercato globale delle batterie”.

Braccio di ferro

La relazione, fa sapere la commissione, dovrebbe essere adottata dalla plenaria a marzo e rappresenterà la posizione del Parlamento Ue durante le trattative con gli Stati membri. Ma qui potrebbe aprirsi un braccio di ferro.

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È Transport & Environment a denunciare che il Consiglio Ue, in quel momento sotto la presidenza slovena, ha presentato a dicembre un testo con obiettivi al ribasso. “Oneri amministrativi eccessivi” e “burocrazia” da non far pesare sull’industria sono le ragioni indicate nel provvedimento, che posticiperebbe alcune proposte di qualche anno. In particolare:

  • approvvigionamento responsabile dei materiali per batterie di quattro anni.
  • produzione sostenibile delle batterie di sei anni.
  • riciclo delle batterie e dei metalli preziosi, come il cobalto e il litio, di cinque anni, al 2031.

Ecco perché

Come mai questa diversità di vedute? Secondo l’associazione ambientalista, alcuni Paesi nell’est europeo non vorrebbero colpire gli stabilimenti di proprietà cinese che ospitano all’interno dei loro confini.

T&E sottolinea però che la Eu Battery Regulation vuole “rendere l’Europa leader delle batterie verdi”, perciò, “i Governi europei dovrebbero agire nell’interesse delle aziende europee (e dei vantaggi ambientali in generale), non proteggere quegli operatori storici con cui la nascente industria europea è in competizione”.

L’appello finale è a “cambiare rotta in vista della riunione del Consiglio Ambiente del 17 marzo, dove dovrebbe essere concordato un testo di compromesso finale prima dei negoziati con il Parlamento europeo”. Che però sembra avere idee diverse dagli Stati membri.