Non bastano neanche 5 milioni di azioni Tesla in meno per fare retrocedere Elon Musk dal primato nella classifica degli uomini più ricchi al mondo. Tanto ha infatti donato il ceo della Casa tra il 19 e il 29 novembre scorsi a un ente non ancora specificato.

Lo dimostra un documento depositato presso la US Security and Exchange Commission (SEC) e pubblicato solo ieri. La domanda è: quanto vale in soldoni il “regalo” del supermanager sudafricano? Ben 5,7 miliardi di dollari (poco più di 5 miliardi di euro). Non proprio spiccioli.

C'entrano le tasse?

Come mai questa scelta? Filantropia, certo. Ma forse non è stata solo la generosità a muovere Musk. Già nei mesi scorsi, alcuni analisti avevano notato che il ceo avrebbe potuto risparmiare qualcosa sulle tasse liberandosi di una parte del suo patrimonio. Questo perché le donazioni in beneficenza non sono soggette a imposizioni fiscali.

Privandosi di 5 milioni di azioni, Elon Musk avrebbe mantenuto nel salvadanaio tra il 40% e il 50% di quei 5,7 miliardi di dollari pari al valore delle partecipazioni societarie. La cifra varia in base allo Stato federato negli Usa in cui il supermanager avrebbe versato le tasse.

 

Il precedente

Non è neanche la prima volta che il ceo di Tesla apre il portafoglio in segno di generosità, così come hanno fatto altri supermiliardari del calibro di Bill Gates, Jeff Bezos, Warren Buffett e George Soros (quest’ultimo fresco di un’acquisizione di 20 milioni di azioni in Rivian).

Ma Elon Musk non è nuovo nemmeno a strane operazioni finanziarie. Proprio pochi giorni prima di fare la donazione all’ente misterioso, il ceo aveva chiesto ai suoi follower Twitter se dovesse vendere alcune partecipazioni nella Casa. Poi era passato ai fatti, vendendo e ricomprando le azioni. A dicembre, il numero 1 di Tesla aveva poi rivelato che avrebbe verso 11 miliardi di dollari all'erario.