Si dice spesso che la transizione è fatta anche di piccoli gesti, perché ognuno di noi, nel suo piccolo, può dare un grande contributo al cambiamento. È un mantra che vale ovunque, persino a quelle latitudini dove la parola “sostenibilità” risulta più difficile da pronunciare. E alcune storie ne sono la prova.
Tra chi non si arrende a un contesto economico e sociale a dir poco complicato c’è Mustapha Gajibo, imprenditore di 30 anni che vive a Maiduguri, nella zona nord-est della Nigeria, e che nella sua piccola officina converte minibus a benzina in veicoli elettrici.
Si può fare
Il suo obiettivo è lanciare un segnale: la rivoluzione green è possibile, anche nel principale Paese produttore ed esportatore di petrolio che c’è in Africa. Nel raccontarsi alla Reuters Gajibo si definisce infatti un testardo e dice che l’inquinamento e l’aumento dei prezzi del greggio rendono la mobilità a batterie un’alternativa valida anche in Nigeria.
Il giovane imprenditore ha già smontato i motori a combustione di 10 minibus, che adesso vengono alimentati da una stazione di ricarica a energia solare. I mezzi, in funzione da poco più di un mese, hanno un’autonomia di circa 100 chilometri.
Ancora di più
Gajibo, però, vuole fare di più e sostiene che la sua officina possa lavorare al retrofit di 15 bus al mese. Il prossimo step? Ancora più ambizioso: dare vita a un veicolo da zero, senza partire da un endotermico già esistente:
“Stiamo costruendo un autobus a 12 posti che può coprire fino a 200 chilometri con una sola ricarica”, racconta orgoglioso. “Lo sveleremo entro la fine di questo mese e sarà il primo del suo genere in tutto il Paese”.
Ma per mettere a punto tutti questi piani ci sono degli ostacoli da superare, come la carenza di valuta estera, che non rende facile l’importazione dei componenti. Gajibo si è quindi messo all’opera per procurarseli vicino a casa:
“Abbiamo sostituito alcuni materiali con altri locali per ridurre i costi e massimizzare i profitti”, conclude la sua storia.
Fonte: Reuters