Tesla fa sapere che ha deciso di allargare il programma di apertura dei Supercharger anche ad auto di altre Case in altri Paesi europei. Nello specifico, oltre a Olanda, Norvegia e Francia, dove il servizio è già attivo, si aggiungeranno Austria, Belgio, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Così, gli stati del Vecchio Continente dove chi guida un'auto elettrica - a prescindere dalla marca - potrà recarsi presso una colonnina Tesla salgono a 8. Ma si deve ricordare che non tutte le stazioni di Supercharger presenti in quei Paesi aderiscono alla sperimentazione: ce ne sono alcune che ancora restano esclusivamente "Tesla".

Accessi progressivi

La parziale apertura dei Supercharger, sia per numero di Paesi aderenti al programma sia per numero di stazioni all'interno dei singoli stati è stata decisa per due motivi:

  • Mantenere una qualità elevata del servizio di ricarica per gli automobilisti Tesla
  • Testare le potenzialità dell'iniziativa senza creare sovraffollamenti o colli di bottiglia
 

Ad esempio, stando a quanto riportato da Autocar, in Inghilterra sono state aperte a tutti solo 15 stazioni. In totale, si tratta di 158 Supercharger sui circa 600 sul territorio inglese.

Un portavoce di Tesla UK spiega: "Abbiamo avviato la sperimentazione in alcune stazioni Supercharger selezionate in modo da poter valutare l'esperienza degli utilizzatori prima di allargare il programma. Stiamo raccogliendo dati preziosi che ci permetteranno di aprire altri punti anche a chi guida auto non-Tesla, ma solo se questi saranno in grado di reggere il diverso afflusso".

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Segnali positivi

Per quanto Tesla proceda con cautela, le cose stanno funzionando bene. In Norvegia ad esempio sono state aperte al programma altre stazioni e ora nel Paese scandinavo siamo a 58 siti sugli 88 presenti.

Tutte le informazioni su posizioni esatte delle colonnine e sui prezzi praticati al pubblico sono consultabili direttamente via app. Tesla offre due tipi di abbonamenti: quello a consumo e quello a canone mensile, che permette di strappare prezzi di ricarica più bassi.

Insomma, i segnali sono incoraggianti. Le difficoltà maggiori, per ora, sembrano rappresentate dal fatto che i Supercharger hanno cavi di ricarica abbastanza corti (sono pensati per arrivare alla presa presenta in prossimità del fanale posteriore delle Tesla) e costringono chi una Tesla non ce l’ha a parcheggi fantasiosi. Per il resto, però, l’interoperabilità – anche in senso inverso, visto che le auto di Elon Musk e soci per l’Europa hanno connettori CCS2 come le altre e possono ricaricarsi presso colonnine pubbliche di altri operatori – sembra offrire grandi vantaggi a chi guida un’auto elettrica.