Panasonic ha inviato le prime celle 4680 a Tesla. Si tratta dei primi esemplari realizzati dall’azienda nipponica in attesa di avviare la produzione di serie vera e propria. Panasonic ha accelerato sulla produzione delle famose celle annunciate ormai quasi due anni fa perché Elon Musk ha chiesto ai fornitori di forzare i tempi.

Kazuo Tadanobu, ceo della divisione Energia di Panasonic, ha detto a Reuters che la produzione delle 4680 è già iniziata a maggio e che a partire dal prossimo anno fiscale (che in Giappone va dall’1 aprile 2023 al 31 marzo 2024) lo stabilimento di Wakayama sarà a pieno ritmo.

Per ora siamo alla linea pilota

“Abbiamo creato la prima linea pilota per le 4680 e a maggio abbiamo testato la prima produzione su larga scala delle 4680”, ha detto Tadanobu, confermando che per quanto l’azienda non sia ancora pronta a mettere in commercio le celle, la strada intrapresa è quella giusta.

A quanto pare, oltre ad aver investito nella fabbrica giapponese, Panasonic si è detta pronta a consolidare la propria presenza anche negli Usa – Oklahoma e Kansas sono gli stati in pole position – proprio per aumentare la produzione di celle 4680 per Tesla (e non solo) e avere una posizione di vantaggio su una concorrenza che sta spingendo a sua volta per arrivare alle 4680.

L'espansione di Panasonic negli Usa

Un rapporto citato da Automotive News afferma che la produzione di Panasonic in Nord America potrebbe addirittura triplicare entro il 2029. Considerando che quella delle celle 2170 presso la Gigafactory Nevada è di circa 39 GWh all’anno, significa che nuovi stabilimenti dovrebbero arrivare ad aggiungerne altri 80 GWh. Questo perché Panasonic punta a fare degli States il suo primo mercato (infatti le 4680 prodotte in Giappone saranno poi portate in America).

Tadanobu si spinge oltre: “Entro il 2029 la nostra produzione in Nord America potrebbe addirittura quadruplicare, anche perché ci sono parecchi interlocutori oltre a Tesla interessati alle 4680”. Per arrivare ad alti volumi, Panasonic crede anche che la strada giusta sia quella di arrivare ad avere una catena di approvvigionamento che per almeno il 50% si rivolga a partner locali.