Le batterie allo stato solido non solo daranno un impulso decisivo all'auto elettrica per via delle performance a livello di autonomia e velocità di ricarica, ma ridurranno anche le emissioni CO2 del comparto di circa i due quinti. 

È quanto emerge da uno studio commissionato da Transport & Environment a Minviro, azienda specializzata nell’analisi del ciclo di vita delle materie prime. Il risultato deriva essenzialmente del fatto che le batterie allo stato solido hanno una maggiore densità energetica. Il che significa, che sulle auto si possono utilizzare batterie più piccole, costruite con una minore quantità di materiali. Ma inquadriamo meglio la questione.

Meno materiali, meno CO2

L’analisi di Minviro ha messo a confronto una normale batteria NCM 811 con una batteria allo stato solido “standard” con elettrolita ceramico, in grado di rendere le batterie più leggere, più veloci da caricare e anche più economiche. Sono batterie che si prevede arrivino sul mercato entro la metà del decennio.

Cecilia Mattea, responsabile dei veicoli a zero emissioni presso T&E, ha dichiarato: “I veicoli elettrici sono di gran lunga quelli che rispettano maggiormente il pianeta. Hanno un impatto minore rispetto a mezzi che sfruttano la combustione del petrolio per muoversi. Inoltre, l’impronta di carbonio delle batterie diminuisce di anno in anno”.

“Le batterie allo stato solido – ha proseguito la Mattea – rappresentano un enorme passo in avanti per il fatto che necessitano di molti meno materiali per garantire prestazioni equivalenti agli accumulatori agli ioni di litio”.

Impianto Nissan per le batterie allo stato solido

Una questione di chimica

Secondo la ricerca, lo stato solido può arrivare a ridurre l’impatto ambientale delle batterie di un 24% solo per le minori materie utilizzate e può arrivare a un totale di circa il 39% tenendo conto del fatto che si sta aumentando la percentuale di materiali riciclati e che si stanno facendo progressi anche sui processi estrattivi, come dimostra ad esempio l’iniziativa del litio dai pozzi geotermici.

In realtà le batterie allo stato solido potrebbero richiedere quantità di litio maggiori anche del 35% rispetto alle attuali batterie agli ioni di litio, ma riducono drasticamente le percentuali di cobalto e di grafite utilizzate. Se il litio fosse recuperato con processi a basso impatto ambientale, quindi, il guadagno in termini di risparmio di CO2 sarebbe anche doppio.

I vari formati di celle allo stato solido prodotti dalla ProLogium

L'importanza dell'Europa

Cecilia Mattea ha spiegato: “Ripulire il modo in cui estraiamo e trattiamo le materie prime per lo stato solido ridurrà ulteriormente il loro impatto sul clima. Sarà fondamentale regolamentare la catena dell’approvvigionamento. In questo, i regolamenti europei rappresentano una grande opportunità: le batterie prodotte nel Vecchio Continente avranno un’impronta di carbonio di molto inferiore e saranno più efficacemente riciclate”.

Riguardo a questo, gli eurodeputati e i governi degli stati membri stanno negoziando per arrivare a una stesura definitiva del nuovo regolamento sulle batterie. In questo senso, T&E invita i legislatori a garantire incentivi sulla produzione di batterie in grado di rispettare maggiormente l’ambiente, puntando a riciclare il 70% del litio entro il 2025 e il 90% del litio entro il 2030.

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