Uno dei principali “veicoli” dell’elettrificazione sono le flotte aziendali. Acquistando milioni di auto e furgoni ogni anno, portano altrettanti mezzi nel mercato dell’usato dopo poco tempo. Ma quanto sta crescendo la mobilità a zero emissioni tra le imprese?

A quanto pare molto. Le grandi aziende stanno passando ai veicoli elettrici più velocemente del previsto, spingendo le Case e le società di noleggio a convertire rapidamente l’offerta. Un esempio arriva dalla Francia, dove ha sede ALD Automotive, tra le principali imprese di leasing e fleet managing al mondo.

Esempio ALD

Come racconta la Reuters, l’obiettivo fissato a fine 2020 dall’azienda Oltralpe era di elettrificare almeno il 30% delle nuove auto entro il 2025. Ma i suoi clienti hanno chiesto di più, vogliosi di rispettare i vincoli ambientali, sociali e di governance (ESG) che si sono dati. E così, già adesso, ALD ha alzato il proprio target al 50%.

“Molti di loro si interrogano su come raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità, che in buona parte dipendono dalla flotta di veicoli”, ha spiegato il vicedirettore generale di ALD Automotive, John Saffrett.

Company electric car fleet charging stations

I protagonisti

Fra i clienti più importanti c’è AstraZeneca, azienda farmaceutica che abbiamo imparato a conoscere per aver sviluppato uno dei vaccini contro il Covid. Il target di elettrificazione è molto ambizioso: solo veicoli a batteria entro il 2025, anche se già oggi il 58% dei suoi 17.500 mezzi è full electric, plug-in o ibrido.

È anche grazie a politiche aziendali come questa che il mercato del noleggio auto sta crescendo, tanto da aver totalizzato 244 miliardi di euro nel 2020, mentre le vendite purtroppo calano.

Gli ostacoli

Convertire le flotte, però, è un’operazione tutt’altro che semplice. Prima di tutto c’è una generale penuria di colonnine, che porta molte società a preferire i veicoli ibridi plug-in a quelli elettrici. Ma i problemi non finiscono qui.

Aziende come AstraZeneca lavorano anche in Paesi dove l’elettrificazione e gli spostamenti risultano più complicati. Pensiamo per esempio all’Africa. In questi casi non resta che tenersi i veicoli a benzina e diesel, in attesa di tempi migliori.