Non si spengono le polemiche legate all’approvazione del Inflation Reduction Act, la legge statunitense che prevede, tra le altre cose, fino a 7.500 dollari di incentivi per acquistare auto elettriche, ma solo se assemblate negli Usa e con batterie prodotte da materie prime estratte negli States o in Paesi con cui Washington ha un accordo di libero scambio.

A intervenire è ora Acea, l'associazione che riunisce le Case europee, che si dice “delusa” dalla scelta del Congresso. “Il campo di applicazione della misura deve essere molto più ampio”, è l’invito dei costruttori, che lanciano poi un allarme: così si mettono a rischio sia il mercato che gli obiettivi sul clima.

Cosa non va

Acea ricorda infatti che vincolare il bonus auto a “criteri non ambientali” significa ridurre significativamente il numero di vetture interessate, che assottiglia a sua volta la platea di potenziali nuovi automobilisti green. Alla fine, a pagare il prezzo potrebbe essere soprattutto il pianeta. Ecco perché l’associazione pubblica un elenco di “elementi chiave” della norma Usa che andrebbero rivisti, accompagnandoli in alcuni casi da suggerimenti.

  • Le nuove condizioni rischiano di “limitare l’adozione dei veicoli elettrici”, mettendo a rischio la “conversione alle tecnologie verdi” e la lotta al cambiamento climatico, perciò “il Congresso dovrebbe estendere il requisito di assemblaggio a oltre il Nord America”.
  • Le norme sulle batterie sono “eccessivamente ambiziose”; difficile così creare una catena di approvvigionamento “in un periodo di tempo breve”. In più, la legge violerebbe le regole della World Trade Organization (Wto). Nessuno Stato Ue prevede infatti regole simili.
  • “Le soglie di prezzo avrebbero dovuto essere sia più alte, per garantire una scelta più ampia e stimolare il passaggio ai veicoli a basse emissioni, che variabili, per considerare l’inflazione”. Eliminare i limiti aiuterebbe le Case a creare le economie di scala.
  • Il Congresso avrebbe dovuto creare una “regola di transizione per proteggere i consumatori con prenotazione” ma “in attesa di consegna”. Qualcuno si è però ingegnato per bypassare temporaneamente la legge.
2022 Ford F-150 Lightning di ricarica

Un coro di “no”

La protesta di Acea arriva dopo le denunce di Unione europea, Corea del Sud e Giappone. L’Ue, in particolare, aveva parlato per bocca della portavoce Miriam Garcia Ferrer, la quale aveva sollecitato gli Stati Uniti a “rimuovere questi elementi discriminatori e garantire piena conformità alla Wto”.

Da Seoul erano arrivati segnali di “forte preoccupazione”, tanto che il Governo sta provando a convincere Washington a rivedere il testo, mentre il Paese del Sole Levante fa sapere di “seguire gli sviluppi da vicino”, per “valutare come rispondere”. Se Biden voleva slegarsi dalle materie prime asiatiche, ora rischia di un coro di “no” dal resto del mondo.