Le rinnovabili stanno prendendo piede abbastanza in fretta. Ma non così velocemente come potrebbero. Uno studio americano, infatti, afferma che i soli pannelli fotovoltaici piazzati sui tetti delle fabbriche statunitensi potrebbero arrivare a soddisfare il fabbisogno energetico dell'intero settore produttivo per più di un terzo. Invece siamo ancora a percentuali residuali.
La ricerca in questione è stata pubblicata sulla rivista specializzata "Enviromental Research: Sustainability and infrastrutture" ed è stata condotta dalla Northeastern University. Vediamo cosa dice.
Fotovoltaico al 35%
I ricercatori statunitensi, grazie ai dati raccolti insieme al dipartimento americano della Produzione e del Consumo di energia, hanno potuto comparare la produzione potenziale di questi impianti fotovoltaici con la domanda media reale per metro quadro di uno stabilimento produttivo, scoprendo che il solare potrebbe arrivare a fornire fino al 35% dell’energia necessaria. Addirittura, nei mesi estivi, per il 40% delle fabbriche presenti negli USA, potrebbe arrivare addirittura al 100%.
Cambiare passo è possibile
Matthew Eckelman, professore associato della Northeastern University in ingegneria ambientale e civile, ha detto: “Al momento attuale, meno dello 0,1% dell’energia utilizzata dal settore manifatturiero americano proviene da fonti rinnovabili situate in prossimità degli impianti industriali. Si deve cambiare velocità se si vogliono raggiungere gli obiettivi fissati sulla lotta al cambiamento climatico”.
Lo studio va oltre la questione industriale e analizza anche il potenziale dei pannelli fotovoltaici nel complesso dei loro campi di applicazione. Dimostra che i pannelli solari sui tetti degli edifici rappresentano in molti casi una buona opzione.
Soprattutto dove ci sono tetti piatti, che prendono il Sole per lunghi periodi durante la giornata. Inoltre, con il calo dei prezzi degli impianti, alla maggiore efficienza e alla crescente flessibilità di installazione, sono sempre più convenienti e versatili. Ad ora potrebbero arrivare a fornire il 13,6% del fabbisogno energetico degli Stati Uniti, ma non vanno oltre il 2,2%.