Cuore dell'auto elettrica, le batterie rappresentano ancora il peso maggiore della transizione, sia a livello economico che materiale, e dettano legge quando si parla di autonomia e prestazioni. Tutte le Case concentrano perciò gli sforzi in ricerca e sviluppo di nuovi accumulatori.

C'è però un Costruttore che sembra imboccare una strada leggermente diversa. È l'americana Ford, convintissima a puntare su batterie più piccole anche nel prossimo futuro, invece di concentrarsi su accumulatori più grandi, sviluppati in nome di autonomie superiori ai 600 km.

Questione di soldi

A rivelare la strategia dell'Ovale Blu è il ceo Jim Farley, che parte dall'esempio dell'Hummer EV, con una mostruosa batteria da 205 kWh, per spiegare perché, secondo lui, non ha senso puntare alle lunghissime distanze:

"Non ho idea di cosa stia succedendo in questo settore in questo momento - sono le sue parole, riferite da Green Car Reports -. Sento solo annunci su autonomie di 450-500 miglia (724-805 km). Le batterie che le rendono possibili sono enormi e non permettono di fare soldi".

Ford Explorer elettrica (2023)

Il frontale della Ford Explorer elettrica

Bastano meno di 500 km

Insomma, per Farley è tutta una questione economica, che parte dalle catena di montaggio e, a cascata, arriva ai listini in concessionaria. Il ceo crede quindi in dimensioni ragionevoli, buona efficienza e autonomia sufficiente. Esattamente il contrario di quanto fatto per anni nel settore, quando a dominare gli annunci delle Case erano auto a benzina sempre più grandi, veloci e rumorose.

"Non arriveremo a un'autonomia di 600 miglia - dice chiaro e tondo -. Stiamo cercando di realizzare la batteria più piccola possibile per un'autonomia competitiva".

Ma qual è l'accumulatore ideale di Ford? Uno da 100 kWh, che consenta di viaggiare per 300 miglia o poco più (483 km). Così risparmieranno tutti: azienda e automobilisti.