Tesla sarebbe pronta a tagliare nuovamente i prezzi. Elon Musk ha affermato che se la crescita dell’economia americana dovesse subire un rallentamento, sarebbe sensato sacrificare i margini di guadagno per mantenere alta la produzione.
Musk ha anche detto che Tesla sta affrontando “tempi turbolenti”. Un’affermazione legata anche al fatto che il titolo ha perso in Borsa il 10% proprio per l’assottigliamento dei profitti. Ma supposizioni di analisti e timori di investitori a parte, davvero Tesla potrebbe, volendo, ridurre ulteriormente i listini?
Le altre Case lottano quotidianamente per far tornare i conti e abbassano i prezzi di vendita andando in certi casi anche in rosso pur di restare competitive e invece Elon Musk dice che ha ancora libertà di manovra. Com'è possibile?
Merito delle batterie (e non solo)
Il fatto è che la Casa americana può sfruttare i crediti d’imposta che l’amministrazione Biden rende disponibili ai produttori di batterie. Questi crediti conferiscono alla Casa un vantaggio competitivo enorme su tutti quei gruppi automobilistici che invece le batterie le comprano da altri.
Entrati in vigore lo scorso mese, consentono a Tesla di sfruttare un sussidio di valore compreso tra i 900 e i 1.400 dollari (800 - 1.300 euro circa al cambio attuale) su ogni vettura venduta negli USA. A questo si sommano altri 600 dollari che Tesla riceve per la vendita di compensazioni di emissioni agli altri brand. Ecco allora che si spiega come con i sussidi statali la Casa riesca a tagliare i prezzi senza intaccare più di tanto i guadagni.
Parlando di cifre, Tesla (insieme a Panasonic) accumulerà crediti per 1,8 miliardi di dollari (1,63 miliardi di euro). General Motors e il suo produttore di batterie LG Energy Solution si fermeranno a 480 milioni di dollari (434 milioni di euro).
La Tesla Model Y nel nuovo colore Grigio Scuro Metallizzato
I tagli sulla Model Y
È una cosa che Tesla ha già sfruttato ampiamente. Si pensi solo alla Model Y, che è l’elettrica più venduta al mondo. Oggi, negli USA, costa il 20% in meno rispetto al dicembre del 2022. E se si somma il credito d’imposta deciso dal governo americano con l’Inflaction Reduction Act, che è pari a 7.500 dollari (circa 6.800 euro), lo “sconto” arriva al 35%. Nel secondo trimestre del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, la domanda è aumentata di altrettanto.
Niente di paragonabile a quel californiano che è riuscito a pagare una Tesla Model 3 nuova di zecca l’equivalente di 16.700 euro circa. Ma lì sono subentrate altre numerose agevolazioni.