Solo 130 privilegiati potranno guidare, a partire dal prossimo anno, uno degli esemplari previsti per la Evija, la hypercar elettrica con cui Lotus si prepara a inaugurare la nuova era delle alte prestazioni e a giudicare dalle immagini arrivate dal quartier generale della Casa, ad Hethel, c'è tutta l'intenzione di arrivare puntuali all'appuntamento.
Fotogallery: Lotus Evija, la supercar elettrica Made in Hethel
Dopo varie simulazioni e prove in pista (alcune condotte anche Italia), è iniziata ufficialmente la fase di messa a punto con un secondo prototipo più vicino alla forma definitiva: dal powertrain, formato da 4 motori elettrici per 2.000 CV complessivi, agli interni dotati di sedili di serie, per finire con le sospensioni tarate su specifiche del primo cliente, tutto sembra ormai aver raggiunto la configurazione scelta per la messa in produzione.

Malgrado il camuffamento non lo faccia percepire in modo chiaro, anche la carrozzeria in fibra di carbonio è prossima all'aspetto finale ed è stata completata con il sistema idraulico che aziona le superfici aerodinamiche mobili. Manca ancora l'elettronica di contorno, perché la Casa intende completare la messa a punto del telaio "al naturale" prima di introdurre controlli di stabilità e torque vectoring.
Evija è la prima Lotus a trazione integrale e lo schema a quattro motori mette a disposizione una grande quantità di coppia che è possibile dosare con precisione su ciascuna ruota per esaltare la dinamica nelle diverse condizioni di guida. Uno degli obiettivi di questa seconda fase della messa a punto è proprio ottenere la giusta calibrazione dell'acceleratore.
Secondo Gavan Kershaw, uno dei responsabili del progetto: "Si tratta anche di trasferire in quest'auto l'esperienza accumulata con modelli come Exige ed Evora e le vetture da corsa per infonderle poco alla volta un DNA da vera Lotus, un aspetto dello sviluppo che adoro. Lo facciamo con ogni nuovo modello e per Evija non è diverso"
