Tutti lo vogliono. Verrebbe da dire così, quando si parla dell'Autopilot di Tesla. Perché probabilmente rappresenta ad oggi uno dei sistemi più evoluti sul mercato per la guida autonoma. Del resto sono proprio le competenze a livello di software e tecnologia che rendono la Casa di Elon Musk tra le più ammirate. Lo ha dimostrato recentemente anche Porsche, che ha voluto vedere da vicino i segreti della funzione di parcheggio automatico introdotta con l'ultimo aggiornamento over-the-air dal brand californiano. 

Ma cosa c'è dietro l'Autopilot? Tesla ha svelato qualche caratteristica del complesso sistema di gestione dei dati e ha pubblicato anche un'interessante video che trovate più avanti nell'articolo. L'Autopilot è composto da una rete neurale (in estrema sintesi un sistema artificiale che simula il comportamento di un cervello umano, almeno nelle logiche di funzionamento di base) che a sua volta sfrutta 48 reti diverse in grado di elaborare le immagini e i dati raccolti da telecamere e sensori ben 2.300 volte al secondo. E ogni volta è in grado di calcolare 1.000 distinte variabili di quello che potrebbe accadere nell'immediato. 

tesla autopilot curved exit ramp

Cinque miliardi di km analizzati

Tesla, nel rispetto delle legislazioni nazionali, non sfrutta ancora tutto il potenziale del proprio sistema di guida autonoma, e na ha limitato le funzioni "attive". Ma tutto il software presente, in questi, anni, ha comunque raccolto e analizzato tutti i dati possibili, per permettere agli sviluppatori di affinare la tecnologia e portare avanti la ricerca. Ad oggi, l'Autopilot ha immagazzinato dati per circa 5 miliardi di km percorsi sulle strade di tutto il mondo.

tesla autopilot slide

Eccellenza in mostra

L'Autopilot è un sistema talmente avanzato che Tesla ha deciso di dedicare un'intera sezione del proprio sito per spiegarne caratteristiche e funzionalità. Gli appassionati del settore vi possono leggere le caratteristiche hardware, la struttura delle reti neurali, gli algoritmi, il codice sorgente e i processi di valutazione del sistema. Ma forse, ancor più affascinante, almeno per i normali automobilisti, il video che cerca di dare un'idea di come lavori l'Autopilot durante la guida. Lo trovate sul sito e anche nel tweet riportato qui sotto.

 

Tra radar, sensori e telecamere

L'Autopilot sfrutta un radar frontale, 8 telecamere, un sonar a 360° e un Gps. Il radar riesce ad indivduare oggetti presenti davanti al veicolo distanti anche 160 metri e li "vede" anche attraverso nebbia o polvere. Sul fronte telecamere, ce ne sono 4 rivolte verso l'anteriore che svolgono una funzione di supporto al radar e che hanno caratteristiche diverse. C'è quella principale, he arriva a 250 metri ma con un angolo di visuale molto stretto, e ce ne sono altre che arrivano a distanze minori (150, 80 e 60 metri) ma con una visione grandangolare dell'ambiente circostante all'auto e sono quelle preposte a leggere i cartelli stradali. Le altre quattro telecamere sono rivolte verso i lati e il posteriore dell'auto e vedono fino a 100 metri di distanza. 

Il sonar, invece, attraverso gli ultrasuoni, individua gli ostacoli presenti all'interno di un raggio di 8 metri intorno alla vettura. Funziona a qualsiasi velocità e controlla anche l'angolo cieco. I dati raccolti dal sonar sono utilizzati dall'Autopilot anche per gestire il cambio automatico di corsia durante un sorpasso. Il Gps, infine, serve per individuare la posizione dell'auto rispetto alla strada.

Come funziona nel dettaglio

Fino a qui, tutto normale. Nel senso che Tesla sfrutta dispositivi presenti anche su tante altre auto dotate di guida autonoma di Livello 2. La differenza la fa proprio l'architettura del software. Le reti legate alle telecamere raccolgono informazioni sulla presenza di oggetti, sulla loro forma e dimensione e sulla loro disposizione nello spazio attraverso un'analisi monoculare della profondità; a queste si aggiungono reti che uniscono i video provenienti da tutte le telecamere e che permettono di avere una visuale "a volo d'uccello" della strada e una prospettiva tridimensionale degli oggetti.

Tutti i dati raccolti da queste reti vengono poi elaborati da un processore chiamato ASIC (Application Specific Integrated Circuit) realizzato internamente da Tesla per ricreare possibili scenari futuri tra i più complessi. Vengono tenute presenti tutte le possibili variabili per permettere all'auto di reagire correttamente di fronte ad ogni evenienza.