In Europa si discute già su come l'industria dell'auto potrà superare la pesantissima crisi che seguirà il Coronavirus. Alla richiesta delle case di un time-out dei vincoli ambientali ha subito riposto T&E con la sua ricetta ambientalista per il rilancio del settore, ma la situazione è ancora in pieno divenire. 

Oltreoceano, invece, Trump ha trovato nell'emergenza una sponda su quello che è un suo vecchio pallino: sradicare le normative anti inquinamento per auto e van messe in campo da Barack Obama, che implicitamente sostenevano la mobilità elettrica. Come anticipato dal New York Times l'annuncio di Trump è arrivato oggi, andando a incidere sui cosiddetti "fuel standard", il mezzo che il precedente inquilino della Casa Bianca aveva utilizzato per regolare le emissioni dei trasporti privati. Vediamo come funziona questo meccanismo.

Cosa sono i fuel standard

I fuel standard rientravano all'interno di una normativa del 2012 che imponeva alle flotte delle case auto di raggiungere in media quota 54 miglia al gallone di consumi entro il 2025. Tradotto in "standard" europei, 22,9 chilometri al litro.

La rivisitazione al ribasso proposta da Trump intende portare il limite a 40 miglia per gallone entro il 2025, dunque 17 chilometri al litro. In parole povere, l'efficienza in temi di consumo avrebbe dovuto avere un incremento del 5% annuo sotto Obama, mentre ora un incremento dell'1,5%.

Una mossa piuttosto anacronistica, considerando come la stessa industria avesse già affermato che un incremento del 2,4% l'anno sarebbe stato realizzabile già senza alcuna regolamentazione.

Un miliardo di tonnellate di CO2 in più

La nuova norma, stilata dall'Agenzia per la protezione ambientale e dal Dipartimento dei trasporti, consentirebbe così alle auto sul suolo americano di emettere, secondo quanto riferito dal New York Times, quasi un miliardo di tonnellate di CO2 in più nel corso della vita dei vari veicoli rispetto agli standard precedenti, e centinaia di milioni di tonnellate in più rispetto alle emissioni che, secondo le attuali normative, emettono gli autoveicoli in Asia ed Europa.

Una mossa che vede evidentemente contraria tutta l'ala democratica ma non solo: sono diverse le campagne di lobbing a favore di una miglior efficienza energetica, anche dalle stesse case automobilistiche che, comunque, stanno investendo molto nella riconversione dei propri piani produttivi.

Lo stesso John Bozzella, come riportato dal New York Times, presidente dell'alleanza per l'innovazione nel mondo dell'automobile, ha sottolineato come "la stessa industria dell'auto ha chiaramente chiesto un miglioramento dell'efficienza nel consumo di carburante anno dopo anno".

Trump vs Obama

Già, perché anche dal punto di vista economico, a lungo termine, una mossa del genere andrebbe ad impattare su quelle che sono le prossime certezze industriali. Tra l'altro, secondo quanto riferito dalla CNN, l'incremento conseguente dei consumi di benzina costerebbe all'economia americana tra i 13 ed i 22 miliardi di dollari.

E' chiaro però che questa mossa è solo l'ultima di un percorso a ritroso da parte di Trump rispetto alle politiche ambientali di Obama che, in merito al cambiamento climatico, aveva fissato circa 100 regole e regolamenti sulla limitazione all'inquinamento industriale riguardante smog, sostanze chimiche tossiche, gas ad effetto serra e contaminanti dell'acqua. Tutto norme che l'attuale presidente Usa ha sempre detto di voler smontare.

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