La Cina tiene la barra dritta, o quasi, sulle auto elettriche. Mentre in Italia si discute sull’allargamento degli incentivi fino ai 95 g/km di CO2, in Europa c’è chi chiede un time-out dei vincoli ambientali e Oltreoceano è arrivata la mazzata di Trump all’elettrico, Pechino conferma infatti di non voler arretrare sulla e-mobility, prorogando le agevolazioni che sarebbero dovute scadere alla fine dell’anno.

Secondo quanto riferito dal broadcaster cinese CCTV e rilanciato da Bloomberg, in particolare, il Dragone continuerà fino al 2022 a rinunciare all’imposta del 10% sulle vendite delle auto elettriche, plug-in e a idrogeno e a incentivarne l’acquisto. La decisione è stata presa nel corso dell’ultimo Consiglio di Stato presieduto dal premier Li Keqiang. Ma qualche misura sarebbe in arrivo anche per sostenere l’industria dell’auto a prescindere dalle alimentazioni.

Niente sconti alle auto a combustione

La tassa del 10% sull’acquisto delle auto dovrebbe restare inalterata sulle auto a combustione, a differenza di quanto chiesto nelle scorse settimane al Governo di Pechino dall’associazione delle Case auto cinesi, che avevano invocato un intervento sull’imposta per fronteggiare la crisi del settore spalancata dal Coronavirus.

In aggiunta all’incentivazione fiscale dovrebbero essere prorogati per le elettriche anche gli incentivi all’acquisto fino a 25.000 yuan (3.200 euro).

Ma attenzione alle quote...

Accanto ai provvedimenti destinati alle auto elettriche, PHEV e fuel cell, secondo quanto rivela la Reuters, Pechino starebbe comunque lavorando anche a un pacchetto di misure per aiutare tutto il settore auto indipendentemente dalle alimentazioni.

L’intervento potrebbe includere il rinvio di 6 mesi dei limiti aggiornati alle emissioni e un possibile abbassamento della quota minima di veicoli elettrici che devono vendere i costruttori nel Paese.

Fotogallery: Emissioni CO2 auto e test di omologazione