Centraline, connessioni internet, motori elettrici, batterie: l’evoluzione dell’automobile da insieme di organi meccanici votati al moto a oggetto tecnologico è sotto gli occhi di tutti. Tanto che anche aziende che con le auto avevano poco a che fare, hanno provato in tempi recenti a lanciarsi nel settore delle quattro ruote.

Ma il successo non è mai scontato. Quello di Dyson, che lo scorso ottobre ha alzato bandiera bianca sulla sua auto a zero emissioni, è infatti solo l'ultimo di tre grandi progetti finiti (momentaneamente?) nel cassetto, di colossi del calibro di Apple e Google

Un giochetto da 500 milioni di sterline

Restiamo un attimo su Sir James Dyson, che al Sunday Times ha svelato molti retroscena sul proprio progetto di auto elettrica. Dyson è l’uomo più ricco di Gran Bretagna e ha costruito il proprio impero su elettrodomestici ad altissime prestazioni.

Dyson, in tema automobili, ci ha provato: ha sviluppato un progetto di un SUV elettrico, l’ha costruito e ha iniziato anche i test su strada. Ma dopo due anni di lavoro intenso si è arreso, rimettendoci di tasca propria la bellezza di 500 milioni di sterline (oltre 600 milioni di euro).

Fotogallery: Dyson auto a guida autonoma

Con Tesla nel mirino

L’auto firmata Dyson aveva un peso di 2,6 tonnellate, un’autonomia di 950 km, la capacità di scattare da 0 a 100 in 4”8 e di toccare i 170 all’ora. Il progetto, avviato nel 2017, ha visto l’impiego di ben 600 persone e ha puntato fin da subito a insidiare il dominio di Tesla nel campo delle zero emissioni con una concorrente diretta della Model X.

Non ce l'ha fatta. Tra i punti critici, che non sono stati superati in tempo utile: la volontà dell’azienda di utilizzare fin da subito batterie allo stato solido (su cui Samsung sta compiendo importanti passi avanti) e di sviluppare nuove tecnologie nel campo dell’intelligenza artificiale.

Il caso Apple

Dyson, come detto, si trova per così dire in buona compagnia. Tra le altre illustri aziende che hanno fallito nella realizzazione di un’auto elettrica non si può non citare Apple. Il colosso di Cupertino nel 2014 avvia il Project Titan: 1.000 impiegati e una location segreta per dare vita alla prima auto della Mela, naturalmente elettrica e naturalmente a guida autonoma.

L’azienda ci prova ma non ce la fa. Iniziano i licenziamenti ed i ripensamenti. Dal produrre un’auto intera ci si concentra sulle sole tecnologie di assistenza alla guida. Poi si ferma tutto. Almeno per un paio d’anni, perché rumors provenienti dalla Silicon Valley dicono che Apple prosegua ancora oggi lo sviluppo di tecnologie di autonomous driving. Ma come e con che sforzi non si sa, visto che mancano notizie ufficiali.

L’auto di Google

Ancor prima di Apple, fin dai primi anni Duemila, anche Google si cimenta nella progettazione di un’auto elettrica e a guida autonoma. Figlia dell’X Lab, la divisione dedicata ai progetti speciali, la vetturetta, nome in codice Firefly, si mostra presto al pubblico.

Ha linee tondeggianti e dimensioni ipercompatte. Il prototipo, che per l’aspetto viene soprannominato “koala”, svolge certamente la funzione di portare degli esseri umani da un posto ad un altro ma è ben diversa dall’automobile come è generalmente intesa.

Fotogallery: Google Koala 2014

Il progetto sembra talmente lanciato che si inizia a vociferare che Google potrebbe scorporare il ramo d’azienda per creare una compagnia indipendente. Si parla di collaborazioni illustri anche con i colossi dell'automotive, ma lo sviluppo procede a rilento.

Firefly alla fine viene abbandonata e, nel 2009, Google cambia direzione, mettendo da parte il progetto dell’auto intera e, con Waymo, puntando sulle sole tecnologie a guida autonoma, anche in collaborazione con FCA. E lo sviluppo sta arrivando a livelli tali da preoccupare seriamente l'industria dell'auto europea.

waymo_walmart

E c'è anche Sony

Di recente anche Sony si è buttata nella mischia, pur cercando di mantenere un basso profilo. Il colosso dell’elettronica di consumo al Ces 2020 ha presentato la Vision-S, concept che rappresenta un concentrato di tecnologia. L’azienda nipponica ha detto che l’auto non sarà commercializzata, ma a parte le dichiarazioni ufficiali, si sa che l’auto è funzionante e che ha iniziato i test di messa a punto grazie ad una collaborazione con Magna. In attesa di sviluppi su questo fronte, c'è già chi immagina anche una versione SUV di questa intrigante giapponese hi-end.

Fotogallery: Sony Vision-S concept