Il fantasma della Cina è tornato ad aggirarsi tra i corridoi della Commissione europea a Bruxelles. Stavolta però non si tratta della delicata partita dei dazi, ma di un altro scontro sotterraneo, di cui iniziano a vedersi i contorni. Oggetto del contendere il litio, il prezioso metallo al centro della rivoluzione dell’auto elettrica, ma non solo. Perché è (anche) grazie al litio se abbiamo in tasca uno smartphone, tanto per dirne una.

E a Pechino sanno bene quanto sia importante, visto che per anni l’Occidente si è rivolto al Paese del Dragone per le batterie che alimentano tutta la tecnologia che ci circonda. Ora però la situazione è cambiata e il 24 e 25 giugno si giocherà su questo campo una partita decisiva per l’industria europea. Ma riavvolgiamo un attimo il nastro.

La situazione

Sul reale peso politico del litio - e del cobalto - la Cina ha mostrato grande lungimiranza, messa a terra con uno shopping (più o meno “spinto”) in giro per il globo, concentrato nelle aree chiave per l’estrazione dei due metalli: Centro America (Cile in primis) e Congo. Il tutto accompagnato da uno sviluppo tecnologico concentrato sullo sviluppo di batterie sempre più efficienti, da ultima la super batteria di CATL.

L’Europa, ormai è evidente, si è mossa con colpevole ritardo, ma negli ultimi anni ha lavorato in modo estremamente risoluto per colmare il gap, mettendo a segno una rimonta straordinaria. Un numero su tutti: lo scorso anno gli investimenti nel comparto dell’auto elettrica sono stati il triplo di quelli cinesi.

Certo, a differenza della Cina da noi si tratta di un’industria in fase di avviamento, assetata di nuovi capitali, ma i numeri evidenziano che la strada intrapresa è quella giusta. E pilastri come la Battery Alliance Ue o il piano per la ricerca Battery 2030+ fanno ben sperare.

Focus sugli standard

Perché però si sta scaldando il clima intorno al litio? Già la scorsa settimana ci siamo soffermati sulle ombre che avvolgono questo metallo, in particolare sul controverso metodo di prezzatura utilizzato sui mercati finanziari.

Ora l’argomento torna di massima attualità, perché il 24 e 25 giugno il board tecnico dell’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) dovrà votare sulla creazione di un comitato per la standardizzazione di tutti gli aspetti legati al litio. Gli standard riguarderanno miniere, tecniche di estrazione, test, analisi e trasformazioni. Anche finalizzate alla produzione delle batterie.

Pechino, neanche a dirlo, si è candidata a mettere il cappello questo comitato, accendendo una spia a Bruxelles.

Europa in allerta

“Partner commerciali chiave per l’Europa sono molto attivi per lo sviluppo di standard in alcuni mercati fondamentali, per proteggere o incrementare il proprio vantaggio competitivo”, scrive il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, in una lettera all’indirizzo dei 27 Paesi Ue intercettata dalla Reuters, “dobbiamo essere vigili su questi processi, che senza la dovuta attenzione possono inavvertitamente penalizzare la nostra competitività e la nostra leadership tecnologica”.

Del resto, insiste il commissario, “è nel nostro interesse dare alle aziende europee un vantaggio assicurandoci che gli standard internazionali siano in linea con i nostri, che si tratti di standard già pronti o in fase di realizzazione”.

Parole nette che rendono l’idea della tensione che si sta creando su questo tema, che si concludono con la richiesta di Breton alla stessa Commissione Ue di attivare il Comitato Europeo per la Standardizzazione (CEN) e il Comitato europeo per la standardizzazione elettrotecnica (CENELEC) per monitorare con la massima attenzione i lavori per la creazione dei nuovi standard. E vedremo come si evolverà la questione.