Qual è la corretta aliquota IVA da applicare all’installazione di un wallbox o di una colonnina privata? L’Agenzia delle Entrate ha risposto una volta per tutte alle perplessità sul trattamento fiscale delle infrastrutture di ricarica a uso privato, chiarendo i casi in cui si può beneficiare dell’IVA ridotta e le implicazioni per le implicazioni per le partite IVA che ricaricano i mezzi elettrici aziendali. Ecco cosa è emerso.
Prevale il 22%, ma...
Al netto delle detrazioni introdotte con la Legge di Bilancio 2019 e delle agevolazioni in arrivo con il decreto Rilancio (affiancate all’ecobonus rafforzato fino a 10.000 euro), l’Agenzia spiega che le colonnine destinate esclusivamente all'utilizzo privato non possono essere considerate opere di urbanizzazione primaria, agevolabili con l’aliquota IVA del 10%.
Pertanto, l’IVA resta quella ordinaria del 22%. Ma c’è un ma, perché come sancito ufficialmente dalle Entrate un modo per vedere applicata l’aliquota ridotta esiste.
Con il fotovoltaico si scende al 10%
Se l’infrastruttura di ricarica è fornita e installata “unitamente” a un impianto fotovoltaico, “in modo da costituire in tutt’uno”, la fornitura potrà beneficiare dell’aliquota IVA del 10% prevista per “gli impianti di produzione e reti di distribuzione calore-energia e di energia elettrica da fonte solare-fotovoltaica ed eolica”, ai sensi dei numeri 127-quinquies e 127 septies del decreto IVA.
L’ipotesi sfuma invece se la colonnina è installata autonomamente rispetto all’impianto fotovoltaico: in questo caso torna applicabile l’aliquota IVA ordinaria del 22%, ferma restando comunque l’eventuale detrazione ai fini delle imposte dirette.
- IVA al 22% per la colonnina da sola
- IVA al 10% per la colonnina + l'impianto FV
Per i veicoli aziendali
E se le colonnine fossero di un soggetto con partita IVA per ricaricare i propri mezzi aziendali e strumentali? Agli occhi delle Entrate non cambia nulla: chi installa deve applicare le stesse condizioni.