Il futuro chiama, Elon Musk risponde: il visionario imprenditore sudafricano sta rivoluzionando da tempo il modo di muoversi e non solo, confermandosi innovatore nei più disparati campi (neuroscienze incluse con Neuralink). Se con Tesla continua a proporre soluzioni innovative grazie anche ai nuovi progetti Roadrunner e Palladium, con Space X ha puntato ancora più in alto, nel vero senso della parola.
La startup fondata nel 2002, che ha come obiettivo la creazione di tecnologie aerospaziali più accessibili per permettere la futura colonizzazione di Marte, prosegue nel suo programma e ha appena portato a termine la prima missione spaziale di prova con astronauti a bordo, effettuando il primo rientro con ammaraggio che si sia visto dal lontano 1975. La particolarità è che si tratta anche del primo viaggio spaziale compiuto con un razzo e una capsula realizzati interamente da un’azienda privata.
Le ragioni del successo
SpaceX è uno di quegli esempi che dimostra come le aziende private possano essere più efficienti e ambiziose di quelle pubbliche, puntando a trovare soluzioni innovative ed economiche nel minor tempo possibile. Finanziata agli inizi dal solo Elon Musk con i proventi della vendita di PayPal, la Space Exploration Technologies Corporation è riuscita ad attirare una crescente attenzione su di sé con il passare degli anni.
La realizzazione fatta per l’85% “in casa” dei missili, dal Falcon 1 al Falcon Heavy, riutilizzabili grazie alla discesa verticale, e delle capsule Dragon e Dragon 2, hanno permesso all’azienda di ridurre i costi di costruzione al 10%.

Vantaggi economici (e politici)
Con il successo dei lanci di prova che si sono susseguiti nel corso degli anni, SpaceX nel 2014, grazie alla capsula Crew Dragon, è stata selezionata dalla Nasa, l'agenzia governativa responsabile della ricerca aerospaziale degli Stati Uniti d'America, per il programma Commercial Crew Program, che prevede un investimento sostanzioso per il trasporto degli astronauti americani in orbita.
Fino a quel momento, infatti, la Nasa, dopo aver chiuso il programma Space Shuttle nel 2011, si affidava alle capsule russe Soyuz per mandare i suoi astronauti in orbita spendendo circa 90 milioni di dollari per ogni posto nel 2020. Lo sviluppo della Crew Dragon di SpaceX ha invece permesso alla Nasa di raggiungere la ISS (Stazione Spaziale Internazionale) con la prima missione a maggio 2020 ad un costo contenuto tra i 60 e i 67 milioni di dollari.
Al notevole risparmio in termini economici si aggiunge il vantaggio per la Nasa di non dipendere più dalle navicelle spaziali russe. Un beneficio che in qualche modo potrebbe anche essere riconosciuto a livello "politico" a Musk e soci.
I progetti futuri
La prima missione interamente completata è solo l’inizio di una serie infinita di lanci per SpaceX. Nei piani futuri dell’azienda c’è anche lo sviluppo di tecnologie che permettano di effettuare viaggi spaziali a scopo turistico.
Secondo Elon Musk, infatti, già dal 2023 si potrà pensare di portare passeggeri civili a compiere giri intorno alla Luna ad un prezzo stimato in 500.000 euro a persona.