Tesla è due anni avanti a tutti? Così dice Markus Dusemann, numero uno di Audi. Fino ad oggi l’unico modo per recuperare il terreno perduto era quello di correre, correre e correre. Ora forse potrebbe esserci una strada "più facile": comprare, comprare e comprare.
Già, perché Elon Musk è tornato a dichiarare che Tesla è pronta a vendere licenze per l’utilizzo dei propri software e a fornire motori e batterie (anche quella da 1 milione di miglia?) alle altre Case auto. Ma sarà vero? O è solo una boutade?
Già accadeva con Mercedes e Toyota
Il CEO di Tesla lo ha scritto su Twitter, specificando che il suo obiettivo - almeno a parole - non è quello di schiacciare la concorrenza ma, al contrario, di accelerare la diffusione di una mobilità sostenibile.
Ora, a prescindere dalle reali motivazioni, è chiaro che questa operazione potrebbe portare Tesla ad aumentare ulteriormente i suoi introiti e a rafforzare la propria leadership nel mondo delle auto a zero emissioni.
In realtà l’operazione non ha il sapore di una novità assoluta. Nel 2014 Tesla già forniva motori e batterie a Mercedes e Toyota, che detenevano anche buoni pacchetti azionari della Casa di Palo Alto. Ma l’operazione terminò nel 2015, quando dalla Germania e dal Giappone dichiararono terminati i piani di allora sull’auto elettrica. Fa impressione pensare quanto siano cambiate le cose in 5 anni…
Forniture di difficile realizzazione
Dichiarazioni a parte, sembra molto difficile che Tesla possa davvero soddisfare grosse commesse con i componenti che produce. Anche perché, con la costante crescita dei volumi di vendita, la Casa ha internamente bisogno di tutto quello che esce dalle proprie fabbriche e forse anche di qualcosa di più.
Oltretutto, in un momento in cui la mobilità elettrica sta prendendo davvero piede, in quanti vorrebbero mettersi nelle mani di Elon Musk anziché puntare a sviluppare tecnologie in proprio? Ma tutto può succedere.
Tutt'al più, potrebbe accadere che qualche Casa approfitti dell’offerta per entrare in possesso di qualche tecnologia specifica che possa essere integrata nei propri sistemi. Magari il futuro Autopilot che tanto fa gongolare a Palo Alto.

Anche l’Autopilot è in vendita
E infatti, in un altro tweet, Musk ha aperto proprio alla possibilità di vendere anche il suo sistema dedicato alla guida autonoma, che pure gli sta costando qualche grattacapo in Germania, dove è finito sotto il faro delle autorità.
Considerando che a quanto dicono dall’ufficio legale di Tesla il codice dell’Autopilot sarebbe stato "rubato" dalla cinese Xpeng, a questo punto prima di andare incontro ad altre violazioni di accordi e brevetti, tanto varrebbe provare a guadagnarci dei soldi.