I guai per Nikola sembrano non avere fine. Il boom in Borsa è un lontano ricordo (le azioni sono scese dai 79 dollari di giugno a meno di 20), l’azienda si sta difendendo dalle accuse di truffa dalla Hindenburg Research e il suo fondatore Trevor Milton, proprio a causa di quelle accuse, ha dato le dimissioni a inizio settimana.

Per ora le collaborazioni con General Motors e con l'italiana CNH vanno avanti – almeno a detta dei soggetti coinvolti – ma neanche il tempo di rifiatare che arriva una nuova doccia fredda. Tesla, infatti, si difende dalle accuse di plagio (Nikola ha accusato la Casa di Palo Alto di aver violato dei brevetti sul design del camion Semi) accusando a sua volta Nikola di aver copiato l’aspetto del suo camion a idrogeno.

Chi copia da chi?

Veniamo all’antefatto: nel 2018 tra Tesla e Nikola si apre un contezioso in cui Nikola accusò Tesla di aver violato alcuni brevetti del suo One Truck (del 2016) con il progetto Semi (del 2017) e chiese 2 miliardi di dollari di risarcimento.

Fotogallery: Tesla Semi

Tesla ha sempre rigettato le accuse al mittente. Ora, oltre che riaffermare la propria innocenza, passa al contrattacco accusando Nikola di aver copiato a sua volta da altri.

L’attuale designer di Rimac (che a sua volta si è rivolta a un'ex Tesla per battere la Roadster) Adriano Mudri, infatti, nel 2010 presentò il concept Road Runner, un camion alimentato a idrogeno. Lo fece durante la Michelin Design Challenge e fu selezionato per esporre il proprio progetto al Salone di Detroit di quell’anno.

L’incontro Milton-Mudri

Tesla afferma inoltre che il fondatore di Nikola Trevor Milton incontrò Mudri cinque o sei anni fa e che i due parlarono anche del Road Runner. Lo ha affermato per dimostrare che Milton era a conoscenza di quel design e che quindi l’aspetto simile tra quel camion a idrogeno e il One Truck del 2016 non sono così casuali.

Nikola One hydrogen fuel cell truck in Anheuser-Busch fleet

Tesla si chiede anche come possa aver violato dei brevetti che sono stati depositati in modo irregolare, cercando di proteggere degli elementi di stile che in realtà non erano originali. Oltretutto, come affermato anche da altre parti, i brevetti depositati da Nikola riguarderebbero aspetti di stile troppo ampi: talmente generali che non possono essere protetti in nessun modo.

Adesso la parola passa ai legali di Nikola, che si trovano tra le mani un’altra gatta da pelare.