Il 2021 è iniziato con il botto. E il botto a cui ci si riferisce riguarda Apple e il suo progetto per la realizzazione di un'auto elettrica. Il colosso della Mela mantiene il massimo riservo sulla questione, ma le voci si rincorrono. Tra queste, anche quella che vedrebbe Tim Cook e soci a colloquio con Hyundai.

Il costruttore coreano ha confermato di aver avuto degli incontri preliminari, ma poi non si è più saputo nulla. Ora se ne sa il motivo: i vertici della Casa valutano la reale convenienza con Apple e stanno approfondendo la questione.

La valutazione dei rischi

Di primo acchito, chiunque accetterebbe una collaborazione con Apple. Darebbe lustro, buoni margini e permetterebbe anche di sfruttare la notorietà di uno dei marchi più riconosciuti al mondo.

Rendering di Apple Car di Motor1

Ma Hyundai sta vivendo un ottimo periodo. Ha ottenuto il suo miglior risultato trimestrale degli ultimi tre anni e non ha mai costruito automobili per altri. Apple fa gola, certo, ma entrare in affari con una realtà così ingombrante ha anche i suoi rischi. “Stiamo discutendo sull’opportunità di andare avanti o rifiutare – ha detto un dirigente di Hyundai a Reuters – perché non crediamo che sia automatico che lavorare con Apple dia ottimi risultati”.

La forza dell'indipendenza

Scendendo nei dettagli dell’accordo, che come si è capito è ancora in via di discussione, pare che Hyundai o Kia dovrebbero occuparsi della produzione dell’auto di Apple e Apple contribuirebbe invece su tecnologia e commercializzazione. Hyundai, però, è un marchio tradizionalmente poco propenso alle collaborazioni. Si produce in proprio tutto, dagli organi meccanici all’acciaio utilizzato per le scocche. Sta lavorando sodo in ottica futura, sia con nuove piattaforme sia con progetti su nuove forme di mobilità.

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D’altro canto, i vertici coreani non possono non considerare il fatto che il solo annuncio di un contatto con Apple ha fatto salire il valore delle azioni, a conferma del fatto che il mercato crede nella bontà dell’operazione. Che però è ostacolata a più livelli da anni, se si pensa che il primo incontro tra Apple e Hyundai proprio sul Project Titan risale – come è stato ammesso di recente – addirittura al 2018.

Due polli in un pollaio

“Il problema – ha spiegato la persona intervistata – è che Apple è abituata a comandare: suoi sono il marketing, il design, i prodotti, il brand, il posizionamento. Ma anche Hyundai è abituata a comandare. E questa cosa non può funzionare”. Un altro dirigente Hyundai ha spiegato che “le aziende come Google o Apple vogliono dei collaboratori a contratto, dei fornitori di componenti come Foxconn”. Con Hyundai dovrebbero trovare un equilibrio diverso.

Tutto finirà quindi in un nulla di fatto? Non è detto. La questione si complica se si considera il fatto che Hyundai ha una capacità produttiva in eccesso e che quindi, lavorando insieme ad Apple potrebbe far arrivare a pieno regime tutti i suoi stabilimenti.

La questione del posizionamento

Le cose si complicano ulteriormente se si guarda al posizionamento del marchio. Da una parte Hyundai preferirebbe forse una collaborazione Apple-Kia, caldeggiata dagli “oppositori”. Dall’altra, però, proprio il lavoro con Apple permetterebbe a Hyundai di trovare una definitiva consacrazione nel segmento premium, dove opera (ma solo su certi mercati) con il brand Genesis. Ma deve pensare anche a non sovrapporsi con Ioniq.

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Tra le opportunità, invece, non bisogna dimenticare la possibilità di accedere a tutta una serie di tecnologie e di competenze che renderebbero entrambe le realtà più forti rispetto al mercato, sia nei confronti dei concorrenti, sia nei confronti dei fornitori esterni, di batterie o di elettronica, verso i quali potrebbero strappare condizioni migliori.