La prima Gigafactory europea di Tesla, che sorgerà alle porte di Berlino, dovrà aspettare ancora prima di aprire ufficialmente i battenti. Elon Musk ha dovuto concedere al team responsabile della costruzione altri 6 mesi di tempo per completare il progetto.
I motivi? Problemi legati alle autorizzazioni. Il taglio del nastro pare rinviato a fine 2021 o addirittura a inizio 2022. Stando a quanto riporta la testata tedesca Automobilwoche, infatti, potrebbero esserci anche altri rallentamenti.
Una costruzione travagliata
Annunciato alla fine del 2019, quello di Grünheide sarà il primo stabilimento produttivo in Europa della Casa di Palo Alto. Doveva essere realizzato in tempi rapidi, come era successo per quello di Shanghai (completato in 11 mesi), ed essere inaugurato all’inizio del 2021. Invece, l’impianto ha accumulato un po' di ritardo. Dopo il primo rinvio a luglio di quest’anno, causato dagli effetti nefasti della pandemia, adesso la Gigafactory di Tesla deve fare i conti con la burocrazia della Germania.
Secondo quanto riferito, l’azienda è costretta infatti a modificare la domanda per la produzione di batterie, che avverrà in una fabbrica annessa all’impianto principale dove saranno costruite le auto (Model 3 e Model Y). Per ottenere i finanziamenti pubblici approvati dall’Unione europea, i documenti relativi a questo reparto dovranno essere sottoposti di nuovo all’esame di diversi uffici.

Tempi incerti
È finita qui? Forse no, perché dopo il via libera dei funzionari amministrativi, servirà una nuova consultazione pubblica, che potrebbe portare ad altri ritardi e rendere più incerti i tempi di apertura. “Decisioni sulla procedura e sulla sua durata – fanno sapere dal ministero dell’Ambiente tedesco – potranno essere prese solo in un secondo momento, perché non sono disponibili informazioni più dettagliate sulla tipologia e sulla portata delle modifiche richieste da Tesla”.
La costruzione della Gigafactory era stata sospesa temporaneamente anche dopo un ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste, preoccupate dai lavori di bonifica e disboscamento nell’area. Fonti di Tesla fanno comunque sapere che il completamento dello stabilimento principale, che darà lavoro a circa 12.000 persone, è vicino.
Model Y in ritardo?
Intanto, però, sul sito Tesla italiano, la dicitura "Produzione a partire da metà 2021" che era ben visibile nei primi mesi dell'anno quando si provava a configurare la Model Y è scomparsa. Al suo posto, quando si simula l'acquisto, un meno rassicurante "Consegna stimata: fine 2021". È segno che i piani sono stati effettivamente rivisti.
C'è anche un'altra questione da considerare alla luce dei rallentamenti tedeschi: le previsioni sui volumi di vendita 2021 della Casa. Tesla, che per ora ha la leadership mondiale tra le auto elettriche (lo scorso anno ha chiuso con mezzo milione di vetture davanti a Volkswagen, seconda a meno della metà), puntava alle 750.000 vetture nel 2021, facendo affidamento anche sull'entrata in funzione della Gigafactory di Austin, in Texas, e di quella tedesca. Ora l'obiettivo sembra essere un po' più difficile da centrare. E non è detto che Volkswagen, che invece procede spedita, non possa effettuare il sorpasso a cui mira in tempi più brevi.