Quando si parla di ricarica, si sa, si deve sempre fare una distinzione tra la velocità teorica a cui un’auto può ricevere energia e il tempo che effettivamente è necessario per un pieno di elettroni. Tante sono le variabili in gioco. La temperatura esterna, ad esempio, e poi la curva di ricarica, che come sappiamo non è costante al variare della percentuale di “riempimento” della batteria.
State of Charge, lo scorso anno, effettuò un test di ricarica ad un Tesla Supercharger V3 con una Model 3 Long Range del 2019. L’auto passò dal 2% all’80% in 28 minuti. Adesso l’esperimento si ripete con una Model 3, sempre Long Range, nuova di zecca. Il motivo? Vedere come gli aggiornamenti software rilasciati da Tesla hanno influito sulla velocità di ricarica.
Da 0 a 100 in 63 minuti
I dati sono stati raccolti qualche giorno fa presso la stazione Supercharger di Springfield, in New Jersey. La temperatura esterna era di 32 gradi, quindi abbastanza elevata e ottima per permettere alla batteria di ricarica più in fretta. L’auto si è presentata alla colonnina con lo 0% di carica (una pratica, lo ricordiamo, che è meglio evitare). Ecco come è andata la progressione:
- 10% in 4 minuti
- 20% in 6 minuti
- 30% in 9 minuti
- 40% in 13 minuti
- 50% in 16 minuti
- 60% in 21 minuti
- 70% in 26 minuti
- 80% in 32 minuti
- 90% in 42 minuti
- 100% in 63 minuti
Ma è interessante capire anche quanto tempo è stato necessario restare attaccati al Supercharger per immagazzinare una quantità di energia sufficiente a percorrere 100 miglia (160 km) e 200 miglia (320 km). Ebbene, in 10 minuti la Model 3 ha portato la carica al 32%, immagazzinando 24 kWh di energia. Esattamente quanto serve per percorrere 100 miglia. In 23 minuti è arrivata al 65%, che equivale a 200 miglia.
Il confronto con i Supercharger V2
A ben vedere, se ogni 320 km si deve fare una sosta di 20 minuti, il viaggio diventa davvero comodo. Ma questo accade con i V3, che arrivano a 250 kW di potenza. Con un V2, che non va oltre i 150 kW, i tempi si allungherebbero. Soprattutto nella fase di maggior velocità, compresa tra lo 0 e il 30% circa della batteria.
Al di sopra di quella soglia, la differenza tra le due colonnine si azzererebbe (o quasi) proprio per il fatto che la curva di ricarica si abbassa all’aumentare dello stato di carica della batteria. Un esempio? Durante il test ci sono voluti 32 minuti per passare da 0% a 80% e 31 minuti per passare da 80% a 100%.
Variazioni di poco conto
Guardando i dati, si scopre anche che – curiosamente - la Model 3 2021 carica meno velocemente rispetto a quanto ottenuto dalla Model 3 nel 2020. Analizzando il grafico si vede come lo scorso anno l’auto abbia raggiunto i 250 kW di potenza già al 5% di carica, mentre nel 2021 ha atteso fino all’9%. Da lì in avanti, inoltre, l’anno scorso mantenne una velocità costante fino al 23% mentre quest’anno ha iniziato a rallentare già dal 17%.
Però, la nuova Model 3 si comporta meglio nella seconda parte della ricarica e impiega lo stesso tempo di quella del 2020 fa per arrivare al 60%. E da lì in avanti non si registrano altre differenze di rilievo.
Fonte: State Of Charge (YouTube)