Chi si converte alla mobilità elettrica vuole una certezza: che il proprio investimento non venga messo in discussione nei prossimi anni. Di questo e altri argomenti, ha parlato oggi il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nell'ambito di “Automotive Lab, il convegno dedicato al futuro dell’auto”.

Tra i temi toccati, c’è stato anche quello dell'incognita accise sulla ricarica delle auto a batteria. Il ministro però ha rassicurato senza mezza termini gli automobilisti green.

No a future accise

Un balzello sulle ricariche, secondo Cingolani, “sarebbe scorretto, perché i costi di tutte le grandi installazioni di rinnovabili vengono scaricati in parte sulla bolletta, quindi già il cittadino contribuisce di tasca propria alla costruzione delle infrastrutture”.

In più, “tutti i grandi Governi del mondo, e fra questi l’Italia è sicuramente in prima linea, hanno pienamente accettato e compreso la sfida della transizione ecologica. Fare questo e poi metterci una tassa sarebbe abbastanza imbarazzante”. Bisognerebbe anche ricordarsi delle urne: “Chi dovesse farlo pagherebbe un prezzo molto alto con gli elettori. Immagino che tutti debbano tener conto della correttezza nei confronti del Paese che rappresentano”.

2022 Ford F-150 Lightning di ricarica

Capitolo idrogeno

Nella propria visione, Cingolani scommette molto anche sull’idrogeno, tanto che “a un certo punto si potrà scegliere un’automobile, comunque elettrica, alimentata da una batteria o da una fuel cell”. Del resto il principio di base del motore è lo stesso per entrambe le tecnologie. “Forse un giorno saranno addirittura intercambiabili”, azzarda il ministro. Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, ha destato grande curiosità questo progetto per un range extender a idrogeno.

Ma il ministro che auto usa? “Un full hybrid benzina”. Oltre al prezzo, spiega Cingolani, c'è anche un’altra ragione: “Per i chilometraggi elevati che faccio, l’auto completamente elettrica in questo momento è un rischio”. L'auspicio, viene da dire, è che lo stesso ministro così come tanti altri cittadini possano avere la possibilità di passare all'elettrico grazie a una maggiore diffusione delle colonnine di ricarica (magari ad alta potenza).

E l'Euro 7?

Prima di chiudere, un parere sui progetti Ue per lo standard Euro 7. In un momento in cui l’industria automotive si sta impegnando sull’elettrificazione, non si può chiedere di fare contemporaneamente “uno sforzo colossale per sviluppare una tecnologia con un vantaggio relativo rispetto all’Euro 6”. Meglio puntare sull’auto elettrica. Nel mentre, il ministro dà la sua ricetta per traghettare l’Europa verso gli obiettivi di decarbonizzazione.

“Piuttosto che chiedere un Euro 7”, è il suo parere, vanno “recuperate le tecnologie Euro 6 a spese delle prestazioni, diminuendo enormemente la produzione di CO2 per chilometro”. I cittadini, secondo Cingolani, “sono maturi per capire che, se si vuole una transizione sostenibile, forse si può rinunciare al pacchetto prestazioni, andando verso un controllo, in cambio di un’eccezionale performance ambientale per la prima fase della transizione”. Nel frattempo va sviluppato il resto e vanno installate le colonnine previste dal Pnrr.