Una delle sfide più complesse e intriganti quando si parla di auto elettriche è sicuramente quella sulla ricarica a induzione. In cosa consiste? Semplice, in una tecnologia che permette di trasferire elettricità all'interno della batteria senza nessun tipo di cavo o connettore.
La tecnologia classica prevede una piastra o una bobina annegata nell'asfalto o appoggiata al terreno sulla quale parcheggiare la propria auto. Questa, dotata di una bobina in grado di interagire con il sistema a terra, crea un campo magnetico che carica la batteria. Tanto per capirci, lo stesso metodo utilizzato per la ricarica wireless dei telefonini.
Tecnologia in via di definizione
Parlando di induzione e automobili elettriche, sono ancora pochi i modelli compatibili con questo tipo di ricarica. Ma le cose potrebbero cambiare presto. la SAE International, ente molto attivo nella definizione di norme e parametri per l'industria automotive e non solo, ha stabilito infatti i nuovi standard per il trasferimento di energia verso una batteria di una vettura elettrica senza contatto con la sorgente. Molte case hanno avviato progetti sperimentali per arrivare presto a offrire questa opportunità ai propri clienti.
Gli standard stabiliti dalla società statunitense, che ha definito i parametri dopo quello che ha descritto come un proficuo lavoro di confronto con le Case, garantiscono una ricarica a 11 kW con una distanza da terra di 25 cm e un'efficienza del 94%.
Anche in movimento
La cosa interessante della ricarica a induzione, quando si parla di automobili, riguarda il fatto che in futuro potrebbe avvenire anche con il veicolo in marcia. Annegando nell'asfalto una particolare serpentina, infatti, si potrà ricaricare la batteria mentre si viaggia per raggiungere la propria destinazione. Un progetto di questo tipo, ad esempio, è stato avviato anche in Italia, sull’autostrada A35 BreBeMi (Brescia, Bergamo, Milano).
Sarà l’israeliana ElectReon, insieme ad altre società, a portare avanti l’esperimento lombardo. L’azienda usa bobine lunghe 1,2 metri, nascondendole sotto il manto stradale per alcune centinaia di metri e consentendo la ricarica a 25 kW senza il bisogno di fare alcuna sosta. La prossima meta sono i 45 kW di potenza, da raggiungere entro il 2022.
Induzione ad altissima potenza
Oltre che in patria e in Italia, ElectReon si è lanciata anche in Svezia e in Germania. Qui bollono molte idee in pentola: a Braunschweig circolano già alcuni autobus elettrici con ricarica wireless già a 200 kW di potenza: quanto una colonnina ultrafast. Con valori del genere è sufficiente che gli autisti si fermino per una breve pausa per ricaricare i mezzi.
Si pensa infatti che una tecnologia di questo tipo potrebbe essere adottata in prossimità dei semafori. Basteranno un paio di soste con il rosso mentre ci si muove in città per incrementare sensibilmente l'autonomia.
La ricarica per contatto
Tornando alla ricarica in movimento, ci sono poi progetti pilota che studiano alternative "a contatto". Siemens e Scania, ad esempio, hanno adattato i pantografi dei filobus montandoli sui camion. mentre la francese Alstom sta progettando binari stradali per fornire energia attraverso un elemento di contatto scorrevole presente sul veicolo.
Al momento attuale questa tecnologia ha solo un grande problema inerente i costi: ci vogliono 2 milioni di euro a km ed è chiaro che per dare risultati apprezzabili richiede che si lavori sulle lunghe distanze. Certo che il fatto che il veicolo e l'infrastruttura siano effettivamente a contatto permette di raggiungere potenze elevate.
Il contatto "verso il basso"
La ricarica per contatto non avviene però solo attraverso pantografi che si allungano verso cavi elettrici sospesi in aria. La francese Alstom, ad esempio, sta lavorando insieme a numerose altre aziende per la messa a punto di un sistema di ricarica sempre in movimento ma verso il basso.
Sfrutterebbe binari posti all'altezza dell'asfalto in grado di trasferire energia a un mezzo dotato di batteria attraverso un elemento di contatto in grado di scivolarci sopra. A caldo vengono in mente delle slot car in scala 1:1, ma il sistema sarà utilizzato inizialmente per alimentare tram elettrici. Ad essere di molto maggiori saranno le potenze in gioco. Ma il sistema è detto sicuro, visto che il passaggio di elettricità avviene solo dove c'è l'effettivo contatto tra le parti.