Stellantis da oggi gioca a carte scoperte. Dopo aver anticipato in modo più o meno esplicito le mosse che si sarebbe apprestata a compiere, durante l’EV Day di ieri Carlos Tavares ha presentato il piano elettrico del gruppo nella sua interezza.
La strategia illustrata dal Ceo di Stellantis è di ampissimo respiro e comprende partnership commerciali, servizi di mobilità, riorganizzazioni industriali con la conversione di fabbriche tradizionali in Gigafactory per le batterie. Ma c'è una cosa intorno a cui tutto ruota, un elemento centrale che resta imprescindibile: il prodotto. E il prodotto auto - o meglio, auto elettrica - si compone di elementi tecnici fondamentali: la piattaforma, i motori e le batterie. Vediamo quali sono i piani in questo senso.
Le quattro piattaforme
Che Stellantis avrebbe adottato 4 nuove piattaforme era già stato detto. Ma ora si sa anche come saranno usate.
- STLA Small: dedicata ai modelli compatti, alle citycar e ai SUV di segmento B
- STLA Medium: utilizzata per le vetture premium, principalmente di Segmento C e D, sia SUV sia berline
- STLA Large: per ammiraglie e vetture sportive, incluse le “eMuscle car” americane annunciate da Dodge
- STLA Frame: piattaforma per pick-up e veicoli commerciali
Le nuove piattaforme sono state progettate tutte per essere il più possibile versatili e flessibili. Per fare un esempio, la STLA Large, l’unica di cui sono stati dichiarati questi dati inerenti le dimensioni, può ospitare modelli con lunghezze comprese tra i 4,7 e i 5,4 metri e con larghezze tra gli 1,9 e i 2,03 metri. Su questa nasceranno 8 modelli in 5 anni, mentre complessivamente, con queste 4 piattaforme, una volta a regime, si arriverà a produrre 2 milioni di auto elettriche all’anno. Nuove piattaforme, chiaramente, significa anche nuovi motori elettrici e nuove batterie. E su questi aspetti Stellantis ha dimostrato di avere le idee molto chiare.
I tre motori
Batteria che hai unità propulsiva che trovi. Stellantis da questo punto di vista ha deciso di realizzare tre diversi motori elettrici. O meglio, motori simili ma realizzati in scala e con tre livelli di potenza. Il più piccolo (EDM #1), riservato esclusivamente alla STLA Small, eroga una potenza di 95 CV, quello di mezzo (EDM #2), utilizzato su STLA Small, Medium e Large, ha potenze comprese tra i 170 e 245 CV, mentre il terzo (EDM #3), che sarà impiegato sulle piattaforme Medium, Large e Frame, va da 204 a 450 CV. Quest’ultimo sarà compatibile anche con schemi propulsivi da 800 volt.
- EDM #1: 95 CV (STLA Small)
- EDM #2: 170-245 CV (STLA Small, Medium, Large)
- EDM #3: 204-450 CV (STLA Medium, Large, Frame)
Dalle immagini mostrate durante l’evento si è potuto vedere anche come questi motori possano essere disposti, almeno sulle piattaforme Large e Frame, sia all’anteriore sia al posteriore, con possibilità quindi di dare vita a modelli dotati anche delle quattro ruote motrici.
Due tipi di batteria
Per quanto riguarda le batterie, altro elemento fondamentale da abbinare alle nuove piattaforme, Stellantis ha deciso di puntare su due composizioni chimiche diverse. Da una parte ci saranno batterie senza nichel e senza cobalto con una densità alla cella compresa tra i 400 e i 500 Wh/l dedicate ai modelli piccoli, dall’altra batterie agli ioni di litio con Nichel e Manganese che garantiranno densità alla cella di circa 600-700 Wh/l. Numerosi saranno i tagli proposti.
- STLA Small: 37-82 kWh, autonomia fino a 500 km
- STLA Medium: 87-104 kWh, autonomia fino a 700 km
- STLA Large: 101-118 kWh, autonomia fino a 800 km
- STLA Frame: 159-200 kWh, autonomia fino a 800 km
Entrambe le batterie arriveranno nel 2024 e avranno un anodo di grafite. Ma le prime avranno un’architettura tradizionale, con celle raggruppate in moduli, mentre le seconde sin da subito saranno composte da un unico grande modulo. Così facendo Stellantis punta a ridurre i costi di circa il 40% tra il 2020 e il 2024 e di un ulteriore 20% nel 2030.
Lo stato solido dal 2026
Nel 2026 Stellantis rinnoverà completamente le batterie. Sui due tipi appena descritti, infatti, sarà introdotta un’architettura Cell-To-Pack che permetterà di incrementare la densità e di ridurre ulteriormente costi e ingombri.
Quello stesso anno, però, il gruppo introdurrà anche le batterie allo stato solido. Una notizia questa accolta con sorpresa, visto che fino ad oggi non erano trapelati grandi dettagli al riguardo e che in realtà Stellantis, su questo, punta su un time to market abbastanza contenuto. Non è stato detto, però, se le batterie allo stato solido saranno prodotte “internamente” tramite ACC o se saranno fornite da un partner esterno. E chissà che non possano essere prodotte nella nuova Gigafactory italiana di Termoli.
Un progetto di lungo periodo
L’introduzione delle nuove piattaforme e delle componenti ad esse legate pone le basi per una strategia che si svilupperà ben oltre l’orizzonte temporale di un normale piano industriale. Perché ogni componente è stata progettata per essere sottoposta ad aggiornamenti e potrà quindi evolversi nel tempo senza arrivare a un brusco “fine vita”.
Succederà tanto per l'hardware quanto per il software, che sarà aggiornabile in remoto e che permetterà quindi di intervenire su tutti i parametri del powertrain per una gestione elettronica sempre più efficiente di motori, batterie ed elettronica di controllo.