“Siccome questo Parlamento ha scelto, col Pnrr, di aderire a una transizione ecologica di un certo tipo, sappiamo perfettamente che, ad esempio, gli stabilimenti che producono motori diesel hanno gli anni contati”. Parole chiare e forti quelle che Giancarlo Giorgetti ha pronunciato oggi pomeriggio alla Camera durante il Question Time.

Il ministro dello Sviluppo economico ha risposto alle domande su diversi temi legati all’automotive, in particolare sulle strategie di Stellantis, confermando la volontà dell’azienda di convertire lo stabilimento di Melfi alla produzione di auto elettriche e alzando il pressing del Governo per spingere il gruppo a costruire la sua terza Gigafactory per batterie in Italia.

Stellantis cuore dell’industria

Incalzato dalla deputata Claudia Porchietto di Forza Italia, Giorgetti ha confermato che “ci sono degli impegni assunti dall’azienda, anche in relazione a una garanzia della Sace per oltre 5,6 miliardi di euro e su cui conseguono investimenti, confermati”. Stellantis, però, non avrebbe ancora deciso dove costruire la nuova fabbrica di accumulatori e i dialoghi sono ancora aperti.

L’esecutivo è al lavoro per indirizzare la scelta verso l'Italia: “Noi – ha dichiarato il ministro – abbiamo ribadito che ci attendiamo sia localizzata qui. Dove? Aspettiamo una decisione dell’azienda, ma riteniamo che debba essere in Italia. Faremo la nostra parte, perché l’automotive e il ruolo di Stellantis sono un po’ il cuore della politica industriale del Paese”.

Stabilimento di Tremery, Stellantis

I prossimi aggiornamenti arriveranno il 23 giugno, quando al Mise tornerà a riunirsi il tavolo automotive, di cui si erano un po’ perse le tracce. Sullo stabilimento è intervenuto anche il deputato Luca Sut, del Movimento 5 Stelle: “Cerchiamo di avere la nostra Gigafactory, ma facciamo di più, investendo sul recupero delle batterie per il loro riutilizzo e riciclando le materie prime che le compongono”. L’obiettivo è diventare indipendenti dalle importazioni dai mercati extraeuropei.

Servono le materie prime

Il pentastellato, insieme alla collega di partito Maria Soave Alemanno, ha presentato dal canto suo un’interrogazione sull’aumento dei prezzi delle materie prime critiche, comprese ovviamente quelle che interessano la transizione ecologica, come terre rare, litio e cobalto. Il timore dei deputati è che la transizione energetica possa subire dei ritardi.

Alla domanda su cosa intenda fare il Governo, Giorgetti ha dato la sua ricetta: “Incentivare gli investimenti e l’aumento della capacità produttiva, lavorando in ottica previsionale”. Ma il discorso per il ministro non potrà che essere affrontato in ambito europeo, con l’Unione che non dovrà “applicare in modo burocratico le regole che riguardano gli aiuti di Stato per fare investimenti strategici”.

Un esempio dei prodotti su cui agire? I semiconduttori, “di cui improvvisamente c’è stata una carenza a livello globale”. Una crisi, quella dei chip, con pochi precedenti, per la quale anche un tipo come Elon Musk si è dovuto sforzare non poco per la sua Tesla.