Si apre un nuovo capitolo della saga tra Enel X e Google. Dopo la pronuncia dell’AGCM e la sanzione da 100 milioni di euro a Google, il colosso di Mountain View ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione. Al tempo stesso, il gigante tech ha chiarito con una nota ufficiale la propria posizione.
Negli episodi precedenti
Ricapitolando, Google era stata multata perché, a giudizio dell’AGCM (l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), non aveva colpevolmente permesso l’accesso all’app JuicePass tramite Android Auto.
Per chi non lo sapesse, JuicePass è l’app sviluppa da Enel X che consente di individuare colonnine di ricarica, gestire la sessione di ricarica o prenotare una colonnina. Android Auto, invece, è una funzionalità di Android (il software sviluppato da Google) che consente di usare le app (Spotify o Maps, ad esempio) quando si è alla guida.
Secondo l’Autorità, attraverso questa mossa Google avrebbe privilegiato la sua app Maps per la ricerca delle colonnine (e magari, in futuro, anche la prenotazione e il pagamento). Una tesi sposata ovviamente anche da Enel.
La risposta di Google
“La sicurezza degli automobilisti è centrale per ogni attività di Android Auto – la premessa del colosso californiano -. Per consentire l’interazione con un’app seguiamo regole stringenti per la progettazione ed effettuiamo test rigorosi sulle app che Android Auto può supportare. Dato che per noi sarebbe impossibile sviluppare ogni singola richiesta delle aziende, il nostro lavoro è iniziato con le app di media streaming e di messaggistica, le più utilizzate quotidianamente”.
Big G arriva quindi al nocciolo della questione: “Siamo rimasti sorpresi quando Enel X ha presentato un reclamo all’AGCM chiedendo che la propria app JuicePass venisse integrata in Android Auto, quando ancora non era disponibile una categoria per questo tipo di app sul nostro sistema".
Chiariamo che le persone hanno sempre potuto scaricare e utilizzare JuicePass sul proprio smartphone Android" aggiunge Google, "ma a causa del numero ridotto di veicoli elettrici nel 2018, Android Auto non aveva condotto un’adeguata ricerca su questo tipo di app”.
Big G al contrattacco
Google prosegue proponendo la sua versione della vicenda: “Abbiamo cominciato a lavorare su questi aspetti nel 2019 e abbiamo invitato Enel a partecipare fin da subito, ma Enel ha preferito non farlo. A ottobre 2020 abbiamo pubblicato un nuovo modello che permette alle app di ricarica di funzionare su Android Auto. Da quel momento, sviluppatori come ChargePoint, EVMap, PlugShare e evway hanno usato questo modello con successo e pubblicato la loro app per la ricarica su Android Auto. Enel X, invece, ha scelto di non usare il nuovo modello”.
Infine, l’annuncio del ricorso: “Obbligarci a dare la priorità a servizi fatti su misura per un’azienda, a discapito dell’attenzione necessaria per la sicurezza, le preferenze e i bisogni degli automobilisti, non può essere la giusta soluzione. Lavoriamo costantemente con le autorità di regolamentazione e continueremo a farlo, ma siamo in forte disaccordo con le conclusioni dell’AGCM e faremo ricorso contro questa decisione”.
Fonte: Google Italia