Circa tre quarti dei sistemi operativi per smartphone in Italia sono Android e usano l’app store Google Play. Ma se Big G dovesse usare questa "potenza" per privilegiare le proprie applicazioni o funzioni rispetto a quelle di terze parti, sarebbe un abuso di posizione dominante?

È esattamente questa l’accusa che l’Antitrust fa al gigante del web, che per più di due anni avrebbe privilegiato l’uso di Google Maps a JuicePass, l’app di Enel X per le ricariche delle auto elettriche. Ora, il colosso  di Mountain View dovrà pagare una multa molto salata: oltre 100 milioni di euro. Ma vediamo meglio cosa è successo.

Ne paga anche la mobilità

L'Autorità spiega che l’applicazione di Enel X fornisce diversi servizi utili ai rifornimenti di elettricità, “che vanno dalla ricerca di una colonnina di ricarica, alla gestione della sessione ricarica, passando per la prenotazione di una colonnina”. Ma “Google non ha consentito l’interoperabilità dell’app JuicePass con Android Auto, una specifica funzionalità di Android che permette di utilizzare le app quando l’utente è alla guida nel rispetto dei requisiti di sicurezza e di riduzione della distrazione”.

Così facendo, Big G avrebbe “ingiustamente limitato le possibilità per gli utenti di utilizzare la app di Enel X Italia quando sono alla guida di un veicolo elettrico e hanno bisogno di effettuare la ricarica”. Secondo l’Antitrust, non si sarebbe creata una base di clienti sufficiente per la crescita della società e forse della mobilità elettrica in generale, oltre a mettere a rischio l’intera transizione ecologica. Da notare che il problema non si è posto con Apple Car Play, su cui invece è possibile utilizzare l'app di Enel X.

Accordo FCA Enel X

Ora Google dovrà rimediare

Perché tutto questo? Come accennato, l’Agcm pensa che sia stata una mossa per privilegiare l’app fatta in casa Google: la famosissima Maps, “che può essere utilizzata su Android Auto e consente servizi funzionali alla ricarica dei veicoli elettrici, attualmente limitati alla ricerca di colonnine di ricarica e alla navigazione, ma che in futuro potrebbero comprendere altre funzionalità, per esempio la prenotazione e il pagamento”.

E ora cosa succede? Oltre alla multa, l’Antitrust ha imposto a Google di “porre fine all’abuso” e “mettere a disposizione di Enel X Italia, così come di altri sviluppatori di app, strumenti per la programmazione di app interoperabili con Android Auto”. Ma non finisce qui, perché l’Agcm “vigilerà sull’effettiva e corretta attuazione degli obblighi imposti, avvalendosi di un esperto indipendente” per monitorare il rispetto delle sanzione e “a cui Google dovrà fornire tutta la collaborazione e le informazioni richieste”.

La risposta di Big G

La risposta non si è fatta attendere. Secondo la Reuters, il portavoce di Big G ha affermato che Google cerca di garantire la sicurezza durante la guida e che ha regole rigide riguardo alle app supportate da Android Auto.

“Esistono migliaia di app compatibili con Android Auto – ha dichiarato – e il nostro obiettivo è consentire a un numero ancora maggiore di sviluppatori di rendere disponibili le proprie app nel corso del tempo”. Poche ore più tardi, anche Enel ha detto la sua, spiegando perché questa decisione è importante per la mobilità elettrica.