Pile e accumulatori portatili, accumulatori industriali e accumulatori per veicoli. Sono i tre tipi di batterie regolati da una direttiva europea del 2006 che spiega come raccogliere e smaltire questi elementi quando arrivano a fine vita. Una quarta categoria riservata ai veicoli elettrici è stata già inserita in una proposta di revisione presentata lo scorso dicembre.

Ora, uno studio del Joint Research Centre (Jrc) per la Commissione europea punta la lente sulla necessità di nuove regole per una possibile quinta tipologia di accumulatori e sulle modalità di gestione una volta terminato il ciclo: quelli per i mezzi di trasporto leggeri, come le e-bike e i monopattini elettrici.

Vita più lunga

L’idea nasce a causa della profonda differenza che c’è tra la vita stimata e quella effettiva delle batterie: 3 gli anni previsti, che nei fatti diventano però il triplo e raggiungono quota 9, creando possibili problemi ai sistemi di raccolta e riciclo, con potenziali danni all’ambiente.

Seat MÓ: il monopattino e lo scooter

Questo perché l’attuale sistema di riciclo è settato sulla base delle vendite registrate nei tre anni precedenti: la sua capacità potrebbe quindi essere messa in pericolo da un boom improvviso della mobilità leggera alternativa.

Invece la raccomandazione del Jrc è modernizzare gli obiettivi sul riuso degli accumulatori, passando a un sistema chiamato "Available for Collection" (AfC), che considera i volumi di rifiuti disponibili e consente di fissare obiettivi di riciclo per il 2025 e il 2030.

Boom a due ruote

Una previsione della Conebi (la Confederazione dell’industria europea della bicicletta) dice infatti che in Europa saranno vendute addirittura più e-bike che automobili. Una riscoperta, quello della mobilità dolce, che dopo la pandemia ha iniziato a farsi largo anche l’Italia, considerato anche che il Governo ha riservato 600 milioni di euro del Pnrr sulle bici.